Il verde e il blu festival: presentazione libro

Venerdì 23 Settembre il nostro Presidente Umberto Minopoli sarà ospite a Palazzo Reale a Milano per la presentazione dell’ultima uscita ‘Nucleare – ritorno al futuro’ Insieme a Francesca Ferrazza, Head of Magnetic Fusion Initiatives di Eni, e il giornalista Guido Fontanelli, parleremo della situazione del nostro Paese, passato da pionere a fanalino di coda dell’energia nucleare.Le ipocrisie, una narrativa colpevolmente falsa e l’incapacità politica ci hanno portato fino a qui – ma deve rimanere questa la nostra situazione? Noi crediamo di no – ci vediamo alle venerdì alle 14:30 a Milano, tutti i dettagli disponibili al link dell’evento    

Opinione pubblica giapponese: un termometro globale?

Per la prima volta dal 2011, dopo l’incidente di Fukushima, l’opinione pubblica ritorna favorevole alla ripresa di generazione di energia nucleare. Nobuo Tanaka ha infatti illustrato come senza nucleare il Giappone potrebbe atraversare una crisi entro la fine dell’anno. Ma non solo un orizzonte temporale così breve: come per gli altri Paesi, anche il Giappone pensa ai suoi obiettivi di carbon neutrality entro il 2050. Queste parole arrivano dopo la dichiarazione di Maggio del Primo Ministro Fumio Kishida di riattivare 4 reattori, che si vanno ad aggiungere ai 5 operativi.   Il Giappone, prima del 2011, contava su 54 reattori che producevano circa il 30% dell’elettricità nazionale – nel 2020 era circa il 5%. Dopo l’incidente 10 reattori sono tornati operativi, e 5 di questi sono al momento in manutenzione.

Germania: Scholz apre al nucleare

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, durante una visita alla Siemens Energy di Mülheim an der Ruhr dove al momento si trova proprio una turbina al centro di una disputa con la Russia, riapre per la prima volta al nucleare. Ha dichiarato infatti che se l’Europa chiedesse alla Germania di mantenere in funzione le tre centrali – che apportano un “piccolo contributo” (6%) – “potrebbe aver senso” lasciare che operino anche oltre lo shutdown previsto per fine anno. L’Unione Europea ha varato un piano di emergenza che prevede tagli ai consumi del 7% entro marzo, ma la Germania è più esposta della media europea – e finalmente il nucleare si riprende il posto che gli spetta. La più piccola componente della coalizione di governo, i liberali, è portavoce di questo ripensamento dello shutdown e nonostante i Verdi abbiano sempre opposto resistenza, forse si intravede uno spiraglio di apertura. In ogni caso, Scholz ha confermato che le autorità prenderano una decisione tra qualche settimana, quando arriveranno i risultati di uno stress test sul sistema elettrico tedesco al momento in corso.  

Nasce la Nuclear Hydrogen Initiative

Qualche giorno fa è stata lanciata la Nuclear Hydrogen Initiative, una coalizione globale per promuovere l’idrogeno prodotto da nucleare come una fondamentale soluzione climatica. Infatti i combustibili non carbonici come idrogeno e ammoniaca rappresentano una grossa opportunità di decarbonizzare il nostro sistema energetico. Le tecnologie nucleari hanno la potenzialità di produrre idrogeno in maniera pulita ed efficiente e ad una scala che potrebbe coprire il fabbisogno dei settori più difficili da decarbonizzare. Inoltre, naturalmente, il nucleare impiega un’area molto minore di altre fonti di energia in grado di produrre idrogeno. La coalizione conta già più di 40 aziende, istituzioni accademiche, agenzie governative e organizzazioni non-profit tra cui: IAEA, Ontario Tech University, Framatome, Core Power, Ultra Safe Nuclear Corp, X-Energy, Terrestrial Energy, Canadian Nuclear Labs, Idaho National Lab, National Nuclear Lab, Nuclear Energy Institute, World Nuclear Association, utilizzatori di idrogeno, Gli scopi? Informare i cittadini sull’idrogeno da nucleare, coinvolgere la comunità di investitori e essere un catalizzatore di partnerships commerciali, ma anche individuare e risolvere le sfide tecniche e normative e sviluppare politiche condivise.   Consigliamo l’interessante report preparato e pubblicato sul loro sito a questo link.

Bohunice conclude lo smantellamento

Il decommissioning dei due reattori di Bohunice V1, in Slovacchia, era iniziato nel 2012 ed è la prima volta per reattori di questo tipo. I due reattori VVER-440 V-230 risalgono agli anni 70 ed erano i primi di questo tipo ad essere costruiti fuori dall’Uniome Sovietica. E quando la Slovacchia nel 2004 si unì all’Unione Europea si decise di spegnerli il prima possibile (nel 2006 e 2008), a seguito di preoccupazioni sulla sicurezza da parte di esperti della Western European Nuclear Regulatory Association. La Slovacchia conta su quattro reattori nucleari – che producono circa metà dell’elettricità del Paese – e altri due in costruzione. L’impianto è stato smantellato anche grazie alla solidarietà europea: infatti il Bohunice International Decommissioning Support Fund, gestito dalla banca europea di ricostruzione e sviluppo, conta più di 650 milioni di euro da Commissione Europea, Austria, Danimarca, Francia, Irlanda, Olanda, Spagnia, Svizzera e Regno Unito. La massa totale dell’impianto smantellato si stima sia 800’000 tonnellate e naturalmente fino ad ora i componenti più critici sono stati i più attivati e i più grandi: pressure vessel, i componenti interni e il generatore di vapore. Consigliamo questo video sul sito della European Bank for Reconstruction and Development.