Per la prima volta dal 2011, dopo l’incidente di Fukushima, l’opinione pubblica ritorna favorevole alla ripresa di generazione di energia nucleare.
Nobuo Tanaka ha infatti illustrato come senza nucleare il Giappone potrebbe atraversare una crisi entro la fine dell’anno. Ma non solo un orizzonte temporale così breve: come per gli altri Paesi, anche il Giappone pensa ai suoi obiettivi di carbon neutrality entro il 2050.
Queste parole arrivano dopo la dichiarazione di Maggio del Primo Ministro Fumio Kishida di riattivare 4 reattori, che si vanno ad aggiungere ai 5 operativi.
Il Giappone, prima del 2011, contava su 54 reattori che producevano circa il 30% dell’elettricità nazionale – nel 2020 era circa il 5%. Dopo l’incidente 10 reattori sono tornati operativi, e 5 di questi sono al momento in manutenzione.