“On l’AIN” (11/2019) – 4 luglio 2019 – L’AIN incontra il Prof. Claudio Tuniz!

“On l’AIN” (11/2019): si terrà il 4 luglio p.v. l’incontro organizzato dalla nostra associazione con il Prof. Claudio Tuniz, autore del volume “L’atomo inquieto”. Non mancate! In questo numero troverete inoltre, come di consueto, le ultime novità dall’Italia e dall’estero. Per leggere “On l’AIN” CLICCA QUI

Il nucleare per la pace. L’8 maggio il convegno organizzato dal “Comitato per una Civiltà dell’Amore” con il patrocinio della Santa Sede

Si è tenuto mercoledì 8 Maggio, nella Città del Vaticano presso l’Istituto Maria Santissima Bambina,  il Convegno organizzato dal Comitato per una Civiltà dell’Amore, e patrocinato dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale della Santa Sede, sul tema  “LA VIA DELLA PACE: DA ROMA ALL’ESTREMO ORIENTE”. E’ stato presentato un programma di pacificazione nucleare dell’Hot-Spot Coreano, che si inquadra nelle attività del Comitato, intorno al quale si raccolgono professionisti per la Conversione Nucleare in progetti di pace e di sviluppo. Sono stati trattati i temi riguardanti la sicurezza militare e civile dell’area, sono state dettagliate le opportunità di sviluppo socio economico ed industriale, nonché gli aspetti diplomatici per offrire spunti al tavolo delle trattative nell’auspicio che esse riprendano quanto prima a beneficio dell’umanità. Tra gli altri, sono intervenuti nel programma dei lavori la Sig.ra Maria Romana De Gasperi, il Presidente di Atoms for Peace Carlo De Masi, il Ministro Consigliere dell’Ambasciata di Corea presso la Santa Sede H. Kwon ed in chiusura dei lavori Sua Eminenza il Card. Paolo Sardi. È stata data lettura dei messaggi di Mons. Bruno Marie Duffé della Santa Sede e dell’AIN, Associazione Italiana Nucleare. Gli atti sono già disponibili sul seguente sito web del Comitato www.nuclearforpeace.org . Il Comitato auspica l’inizio di un nuovo percorso di pace nucleare e prosperità, come avvenuto a partire dal ’92, che ha portato al  piano USA-Russia “Megatons to Megawatt”, attraverso cui sono state convertite in energia 20.000 testate nucleari.

Rifiuti radioattivi, sorgenti dismesse e combustibile irraggiato: tutti i numeri dell’Italia nel nuovo Inventario nazionale ISIN

Comunicato stampa – ISIN Il nuovo “Inventario nazionale dei rifiuti radioattivi” è disponibile online, sul sito web dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione – ISIN (https://www.isinucleare.it). Il documento contiene informazioni relative a volumi, masse, stato fisico, attività specifica, contenuto radioattività e condizioni di stoccaggio dei rifiuti, compresi il combustibile esaurito e le sorgenti dismesse. L’edizione 2019 – la prima edita dall’ISIN, operativo dall’agosto 2018 – rappresenta uno strumento a supporto delle attività istruttorie e di vigilanza dell’Ispettorato. Predisposto sulla base dei dati che annualmente i diversi operatori, ai quali compete la responsabilità primaria della detenzione e gestione in sicurezza dei rifiuti stessi, trasmettono all’Ispettorato, l’Inventario da oggi on line è aggiornato al 31 dicembre 2017. Per quel che concerne il materiale ad alta attività, va premesso che più del 90% del combustibile irraggiato delle quattro centrali nucleari nazionali dismesse non si trova più in Italia. E’ stato inviato in Francia e in Gran Bretagna, dove è stato riprocessato. Una quota è diventata materiale riutilizzabile, la parte residua, considerata rifiuto radioattivo, è stata stoccata in contenitori che faranno rientro nel nostro Paese. Il restante combustibile esaurito, non inviato all’estero e che ammonta oggi a sole 16 tonnellate, si trova nei siti Avogadro, ITREC, OPEC-1, CCR ISPRA (VA), LENA, TRIGA RC1. Il combustibile irraggiato è quel rifiuto che, rimosso dal nocciolo di un reattore, può essere considerato una risorsa riutilizzabile o può essere destinato allo smaltimento, se considerato radioattivo. L’attività radioattiva di queste sostanze, espresse in TBq (Terabequerel – 1012 Bequerel), vedono il Piemonte detenerne il valore maggiore (31.137 TBq), seguito da Lombardia (4.278), Basilicata (1.562) e Lazio (42). Non presente, invece, in Emilia Romagna, Campania e Puglia. Nel Deposito Avogadro, nel vercellese, è presente la maggior parte del combustibile irraggiato (31.137 TBq); seguono il Centro Comune di Ricerche di Ispra-Varese (4.271.6 TBq), ITREC (1.562), OPEC-1 (34,37), TRIGA RC1 (8,04) e LENA (6). Su un totale di 30.497,3 m3, è il Lazio la Regione con la maggiore “quantità” di rifiuti, con 9.241 m3, pari al 30,30% del totale; a seguire, la Lombardia, con 5.875 m3 (19,26%), il Piemonte, con 5.101 m3 di rifiuti radioattivi (16,73%), l’Emilia Romagna (3.211 m3 e una percentuale del 10,53%), la Basilicata (3.150 m3, pari al 10,33%) e la Campania (2.913 m3, pari al 9,55%). Fanalino di coda la Puglia, con 1.007 m3 di rifiuti radioattivi stoccati sul proprio territorio (pari al 3,3%). Un altro elemento riguarda le sorgenti sigillate dismesse che, benché non più utilizzate, rappresentano ancora un potenziale radiologico, anche se con intensità molto minori rispetto a quelle del combustibile irraggiato. Infatti tali attività vengono misurate i gigabequerel (GBq – 109 Bequerel) cioè un millesimo dei terabequerel con cui si misura il combustibile irraggiato. Con 891.867 GBq di attività, le sorgenti dismesse presenti nel Lazio sono caratterizzate dalla più consistente attività; seguono la Lombardia (3.496 GBq), il Piemonte (2.291) e l’Emilia Romagna (95). Le sorgenti dismesse non sono invece stoccate in Campania, Basilicata e Puglia. Infine sono inseriti nell’inventario anche i “materiali e rifiuti radioattivi derivanti da attività di bonifica”. Si tratta nella maggior parte dei casi di polveri e scorie di fusione a bassa attività radiologica che sono custodite in 15 siti, 13 in Lombardia e 2 nel Veneto. L’Inventario presenta alcune variazioni rispetto all’edizione aggiornata al dicembre 2016, edita dall’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale: in alcuni impianti (ad esempio, impianti SOGIN, installazioni LivaNova e del Centro Comune di Ricerca di Ispra-Varese), infatti, sono state effettuate caratterizzazioni radiologiche aggiornate dei rifiuti radioattivi presenti. In particolare, la Centrale di Latina ha aggiornato il contenuto di attività dei rifiuti radioattivi introducendo il contributo di alcuni radionuclidi non direttamente misurabili. Alcune variazioni sono state determinate dalle rivalutazioni, da parte di alcuni esercenti, della classificazione dei rifiuti radioattivi (come per il Deposito Avogadro); in alcuni casi è stato ricalcolato l’effetto del decadimento dell’attività. Sono state, inoltre, effettuate operazioni di trattamento dei rifiuti esistenti tramite supercompattazione e conseguente sostanziale riduzione dei volumi (Caorso, Trino, Latina, Garigliano, Eurex, ITREC) e prodotti, nel corso del 2017, nuovi rifiuti, in particolare a seguito di attività di bonifica (ad es. Garigliano e ITREC) e/o di smantellamento (Impianto Plutonio, CCR Ispra, Garigliano). Il link diretto all’Inventario ISIN: https://www.isinucleare.it/sites/default/files/contenuto_redazione_isin/inventario_isin_al_dicembre_2017.pdf