Consultazione EU sui fondi di ricerca nucleare

La Commissione Europea ha indetto una consultazione al fine di ottenere pareri dai portatori di interesse in merito ai progetti di ricerca nucleare finanziati da Euratom. I risultati ottenuti informeranno l’Euratom Research and Training Programme 2021-2025. Il questionario, che richiede circa 20 minuti per la compilazione, è aperto fino alle ore 23.59 (ECT) del 17 gennaio 2021. Accedi qui al questionario.

Webinar sulla gestione dei rifiuti nucleari in Finlandia

TVO e Posiva invitano a partecipare al webinar “Learn from Finnish nuclear energy industry experiences and waste management solutions” in programma martedì 19 gennaio 2021, alle ore 15. Tra i temi affrontati: Olkiluoto is the most interesting Nuclear Site, Mika Tanhuanpää, Teollisuuden Voima #WeHaveaSolution, Posiva Rock-solid expertise in nuclear waste management, Posiva Why taxonomy is important, Juha Poikola, Teollisuuden Voima Registrati qui. Altri seminari seguiranno nei prossimi mesi in preparazione del Nordic Nuclear Forum, in programma l’8 e il 10 giugno 2021 a Helsinki (oppure online).

I Belgi non vogliono più rinunciare al nucleare

Appena tre anni fa la maggioranza dei Belgi intervistati condivideva la strategia del governo di chiudere le centrali nucleari. Invece, secondo un recentissimo sondaggio RTL Info – Ipsos – Le Soir, ora il 47% degli intervistati è contrario alla chiusura, mentre solo il 27% è favorevole. La contrarietà alla chiusura è maggiore nel nord e sud del Paese (nelle Fiandre supera il 50%) mentre è inferiore nella capitale (31%). Da notare che oltre un quarto degli intervistati non ha un’opinione in proposito, lasciando quindi ampio margine ad ulteriori evoluzioni nell’opinione pubblica. Sempre dal sondaggio si evince che la contrarietà alla chiusura è ben motivata da molteplici ragioni, quali il timore di un aumento dei prezzi dell’elettricità, delle emissioni, della dipendenza energetica dall’estero e, non ultima, la perdita di molti posti di lavoro qualificati. Nei mesi scorsi si sono susseguite le proteste dei sindacati e dei lavoratori delle centrali di Doel e Tihange, la cui chiusura porterebbe alla perdita di 7000 posti di lavoro. Inoltre, se il piano di chiusura al 2025 fosse confermato, l’emorragia preventiva di tecnici qualificati potrebbe mettere in discussione l’operatività della centrale nel prossimo biennio, nonché la disponibilità del personale qualificato necessario alla fase di controllo e manutenzione successiva allo spegnimento. La strategia è ovviamente osteggiata da Electrabel, la sussidiaria di Engie che opera le centrali elettriche in Belgio, alla quale il Parlamento, appena nel 2015, aveva dato il via libera all’estensione dell’operatività di due reattori del Paese oltre il 2025. Ma l’uscita dal nucleare è un’opzione criticata anche dalle maggiori associazioni economiche e persino da un rapporto di PwC Enterprise Advisory, che sottolineano come il phase-out dall’atomo sarebbe per l’economia belga un salto nel buio. A livello internazionale, la battaglia sul nucleare belga sta diventando una battaglia di bandiera, con crescenti iniziative di sensibilizzazione e proteste già programmate per la prossima primavera. La percezione è, infatti, che la strategia del governo sia un favore alla Germania e alla sua volontà di imporre all’Europa la propria visione di transizione energetica, basata esclusivamente (si fa per dire, dato il consumo di carbone e gas naturale) sulle rinnovabili. Berlino d’altronde non ha mai fatto mistero di vedere di buon occhio la rinuncia all’atomo del piccolo vicino, ricorrendo anche a mezzi a dir poco eterodossi, come il tentativo di interferire con il riavvio dei reattori Tihange 2 e Doel 3, soggetti dal 2012 a ripetuti e prolungati periodi di fermo per verifiche strutturali poi risultate non compromissive della sicura operatività degli stessi. Ad oggi il Belgio ha 7 reattori operativi, che coprono circa metà della produzione elettrica. Il primo a spegnersi potrebbe essere Doel 3, nell’ottobre del 2022, seguito, salvo ripensamenti, da tutti gli altri entro il 2025.

Terremoto in Croazia: il nucleare si dimostra resiliente

COMUNICATO STAMPA 31/12/2020 Lo scorso 29 dicembre la Croazia è stata scossa da un terremoto di magnitudo 6.4, il più forte dal 1880. Il terremoto ha per ora provocato un bilancio di alcuni morti e decine di feriti, oltre che estesi danni materiali nelle località prossime all’epicentro. La centrale nucleare di Krško, sita in Slovenia a circa 80 km dall’epicentro, ha effettuato uno scram(arresto automatico di emergenza) in seguito alla scossa. In nessuna fase della procedura di emergenza vi è mai stato alcun rilascio anomalo di radiazioni né alcun pericolo per l’ambiente e la popolazione, come prontamente verificato dagli organismi nazionali e internazionali competenti. Alle ore 22 del 30 dicembre, in seguito all’ispezione minuziosa di tutti i sistemi e le componenti della centrale, l’impianto è stato riconnesso alla rete elettrica, non avendo subito alcun danno dal sisma. Il sisma ha infatti provocato presso l’impianto nucleare di Krško accelerazioni del suolo (0.07 g) ben inferiori alla soglia di spegnimento sicuro. Duole invece constatare che l’occasione è stata colta da qualche esponente politico italiano per lanciare l’ennesima campagna contro l’energia nucleare. Grazie ai meticolosi protocolli di sicurezza vigenti a livello internazionale – in particolare in seguito all’incidente di Fukushima – che sono pubblici e facilmente accessibili, i sistemi di sicurezza della centrale hanno dunque funzionato come era lecito aspettarsi durante il sisma e l’impianto si è dimostrato resiliente. Scarica il Comunicato Stampa in formato PDF Download PDF English Version

Aperitivo Nucleare: il nucleare in Svizzera

Si svolegerà martedì 29 dicembre alle ore 18.30 l’ultimo appuntamento del 2020 con gli Aperitivi Nucleari del Comitato Nucleare e Ragione. Il tema sarà “L’energia del vicino è sempre più verde: l’energia nucleare in Svizzera”, relatore Claudio Pedrazzi, ingegnere computazionale presso la centrale di Beznau. L’evento è fruibile sui canali social (Facebook, Twich e Youtube) del Comitato Nucleare e Ragione. Per maggiori informazioni visita la pagina ufficiale.