UNECE: nucleare essenziale alla decarbonizzazione, necessarie politiche favorevoli

L’energia nucleare può giocare un ruolo molto importante nella decarbonizzazione, anzi, come già enunciato in numerosi rapporti di agenzie internazionali, gli obiettivi climatici posti al 2050 non possono essere raggiunti senza l’impiego dell’atomo. Tuttavia la politica deve dare un segnale chiaro all’industria nucleare, permettendo a questa tecnologia, sia nelle sue forme esistenti sia in quelle attualmente in fase di sviluppo, di competere alla pari con le altre fonti a basse emissioni. E’ questa in sostanza la conclusione del breve rapporto sulla tecnologia nucleare rilasciato recentemente dalla United Nations Economic Commission for Europe (UNECE). Il documento è parte di una serie tematica che analizza tutte le fonti di energia. I contenuti sono il frutto di due workshop svoltisi alla fine del 2020 e sono stati sintetizzati dalla UNECE Task Force on Climate Neutrality, che raduna esperti internazionali del settore energetico. 292 reattori sono operativi nei Paesi membri UNECE, dove producono il 20% dell’elettricità e costituiscono il 43% della generazione a basse emissioni. Tuttavia, le fonti fossili dominano ancora il mercato preponderantemente. Nell’ultimo ventennio, oltre 70 reattori sono stati scollegati dalla rete nell’area UNECE, nella metà dei casi essendo rimpiazzati da fonti fossili, con evidente danno al processo di decarbonizzazione. Le centrali nucleari però hanno un elevato potenziale di riduzione delle emissioni perché possono produrre in modo continuato sia elettricità che calore utile a diversi processi, dal riscaldamento residenziale agli usi industriali. Benché i costi comparati per unità di energia prodotta (LCOE) siano in molti Paesi competitivi con le altre fonti a basse emissioni, il nucleare sconta comunque le difficoltà insite nell’elevato costo capitale iniziale e gli alti costi di finanziamento di progetti spesso lunghi e soggetti al mutare delle agende politiche e alla volubilità dell’opinione pubblica. Ecco perché il rapporto indica come priorità per favorire la salvaguardia della flotta nucleare esistente come pure la maturazione delle tecnologie avanzate (SMR e altri reattori di IV generazione) l’instaurazione di politiche di supporto che consentano al nucleare di competere alla pari con le altre fonti a basse emissioni. Nello specifico, tre linee di azione principali vengono suggerite: 1) mettere sullo stesso piano rinnovabili e nucleare, sulla base della simile potenzialità di riduzione delle emissioni; 2) accelerare lo sviluppo delle tecnologie nucleari avanzate per favorirne l’ingresso sul mercato; 3) creare un clima a lungo termine favorevole agli investimenti nel nucleare, a cominciare dal suo inserimento nel numero degli investimenti sostenibili. Il rapporto fornisce anche un valido confessato di informazioni di contesto più ampio, dall’evoluzione dei costi del sistema elettrico al variare della penetrazione delle rinnovabili intermittenti alle esternalità ambientali e sanitarie delle varie fonti di energia. Si evince così che, già con una penetrazione pari al 50%, le rinnovabili intermittenti renderebbero l’elettricità più costosa del nucleare (figura 17). Inoltre, l’impatto ambientale e sanitario del nucleare (sul ciclo di vita) è molto ridotto, più esiguo del solare e secondo solo all’eolico per quanto riguarda i potenziali danni agli ecosistemi (figura 21). Nel frattempo i costi del gas naturale, il miglior candidato nella sostituzione della capacità nucleare e nel fornire backup alle rinnovabili intermittenti, stanno rapidamente aumentando su tutti i mercati internazionali, riducendo il margine di competitività che esso vanta sul nucleare. Il rialzo di prezzo attuale (che in alcuni casi negli Usa ha superato i 100 $/MWh) potrebbe essere temporaneo, dovuto alla ripresa della domanda dopo il lockdown globale, ma potrebbe anche rappresentare un’avvisaglia di un futuro in cui il combinato gas-rinnovabili intermittenti rappresenterà l’asse portante del sistema energetico globale. In un precedente rapporto rilasciato la scorsa primavera, la stessa UNECE aveva evidenziato il contributo positivo del nucleare a tutti gli obiettivi dell’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile 2030.

La (ciclica) corsa all’uranio

Vi proponiamo questo articolo scritto da Giovanni Brussato per Rivista Energia, che evidenzia come le particolarità del ciclo estrattivo e di mercato dell’uranio possano rendere il nucleare fortemente competitivo rispetto a settori delle nuove tecnologie rinnovabili e di stoccaggio che stanno risentendo negativamente dei prezzi delle materie prime e potrebbero anche, in un paio di decenni, dover affrontare un’offerta non commisurata alla domanda globale. Gli Stati Uniti di Biden lo inseriscono nel Clean Energy Standard; l’Unione Europea di Von der Leyen nello European Green Deal; il Giappone riapre dopo Fukushima; la Cina vi investe pesantemente già da tempo. Tutto lascia prefigurare una rinascita del nucleare sulla spinta, anche, della transizione energetica. Ma che ne è della materia prima? L’uranio è nello stesso trend di crescita di litio, nickel, cobalto e rame. Alla pari delle altre materie prime necessarie alla transizione energetica, è quindi opportuno interrogarsi sullo stato delle riserve attuale e prospettico e l’andamento di mercato avendone ben presente le peculiarità. Continua a leggere…

Brevi nucleari dal mondo

Cina – E’ ufficialmente iniziata la costruzione del primo ACP100, lo Small Modular Reactor dimostrativo cinese. Il sito prescelto è quello che ospita la centrale nucleare di Changjiang nella provincia di Hainan. Secondo le aspettative della China National Nuclear Corporation (CNNC) il progetto sarà il primo reattore modulare terrestre ad essere realizzato. Il reattore Linglong One, ad acqua pressurizzata, avrà una potenza di 125 MWe e sarà adatto a produrre in modo combinato elettricità e calore per vari usi industriali e di desalinizzazione dell’acqua. Bangladesh – La cupola dell’edificio di contenimento interno del reattore 1 della centrale di Rooppur è in fase di installazione. L’annuncio è stato dato dalla compagnia russa Rosatom, che sulla riva est del Gange, a 160 km dalla capitale Dacca sta realizzando due unità VVER-1200 che avranno una licenza iniziale di 60 anni di operatività, estensibile di ulteriori 20 anni. Bolivia – Si è svolta nella città di El Alto, alla presenza del Presidente della Bolivia Catacora e del Primo Vice Direttore Generale per lo Sviluppo Aziendale e gli Affari Internazionali di Rosatom, Komarov, la posa della prima pietra del reattore di ricerca boliviano. Il reattore sarà parte di un centro di ricerca e sviluppo delle tecnologie nucleari. Unione Europea – 18 organizzazioni sindacali europee hanno reiterato l’appello alla Commissione Europea caldeggiando l’inclusione dell’energia nucleare nella Tassonomia della finanza sostenibile. L’appello, lanciato per la prima volta lo scorso 13 gennaio, invoca l’apertura di un confronto al fine di permettere all’energia nucleare di dispiegare tutto il proprio potenziale per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione prefissi al 2050 in modo efficiente e socialmente equo. Slovenia – Il Ministero delle infrastrutture ha emesso il primo permesso per la costruzione del progetto JEK2, ovvero il nuovo reattore che sorgerà presso il sito nucleare di Krško. Il ministro delle infrastrutture Vrtovec, commentando la Strategia Energetica del Paese al 2050, ha ribadito che il nucleare è l’asse portante del processo di decarbonizzazione della Slovenia. La decisione definitiva sulla costruzione del nuovo impianto dovrebbe essere presa entro il 2027. La nuova unità, di 1100 MWe di potenza, dovrebbe sostituire il reattore attuale (696 MWe) a partire dal 2043.

Nestet2021: call for papers

Si ha tempo fino al 20 agosto per presentare un abstract alla conferenza NESTet 2021, che avrà luogo a Bruxelles dal 15 al 17 novembre 2021 (con possibilità di presentare da remoto). Gli argomenti principali includono: Current best practices in education and training. Future needs from end users in terms of workforce. Capacity building including skills and competences. Success stories in attracting, developing, and retaining talent. New! Attracting and retaining – changes expected post COVID Innovative pedagogical approaches, technologies, and methodologies. Developing leaders in culture for safety and project managers. Networking and creating international relations. altri argomenti correlati. Per maggiori informazioni visitare la pagina ufficiale.

IAEA: aperte le domande per le borse Marie Curie

E’ ora possibile fino al 30 settembre 2021 presentare domanda per le borse di studio erogate dal Marie Sklodowska-Curie Fellowship Programme (MSCFP) della IAEA. Il programma, volto ad aumentare la presenza femminile nelle discipline nucleari, eroga borse di studio per la frequenza di corsi di livello Master in discipline legate al nucleare, presso università accreditate, con inoltre la possibilità di svolgere un internato presso la IAEA (fino a 12 mesi). Per maggiori informazioni visitare la pagina ufficiale.