Stand Up for Nuclear Italia alla III edizione

Si è svolta in 8 città italiane sabato 25 settembre la III edizione di Stand Up for Nuclear Italia, nel contesto di una manifestazione internazionale dove volontari e divulgatori incontrano la popolazione per promuovere i benefici delle tecnologie nucleari, al contempo ascoltando i dubbi della gente. Le città coinvolte sono state Torino, Milano, Trento, Trieste, Bologna, Pisa, Perugia e Roma. L’ultima piazza sarà Pavia, il giorno 9 ottobre. Sempre agli inizi di ottobre sono inoltre previste le edizioni “Campus”, che coinvolgeranno diversi atenei italiani con seminari e altre attività a tema. Secondo il Comitato Nucleare e Ragione (CNeR), promotore dell’iniziativa in Italia, la risposta è stata ovunque molto positiva, con molta partecipazione e soprattutto molto interesse da parte delle giovani generazioni. “L’apertura e la risposta dei giovani non ci meravigliano – ha dichiarato Pierluigi Totaro, presidente del CNeR – in quanto è un dato già emerso da una serie di sondaggi svolti negli ultimi mesi, che testimoniano come quasi la metà degli italiani sia disposta a riconsiderare il ricorso all’energia nucleare con le tecnologie future”. “Incontrare le persone in piazza con i nostri volontari e poter discutere a tu per tu di nucleare – ha continuato Totaro – è un’enorme soddisfazione, specie dopo questo periodo di pandemia e di isolamento”. La manifestazione è stata salutata positivamente anche dall’On. Erica Mazzetti, componente della Commissione Ambiente della Camera, che in una nota diffusa alla stampa ha lodato l’impegno delle associazioni e degli attivisti che con un approccio pragmatico riportano il nucleare nel dibattito pubblico italiano. All’evento svoltosi a Roma in Piazza San Silvestro, ha partecipato anche il presidente di Associazione Italiana Nucleare, Umberto Minopoli.  

Seminari SUFN presso l’Università di Pisa

Nell’ambito dell’iniziativa Stand Up For Nuclear il Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Nucleare dell’Università di Pisa propone un pomeriggio di seminari il giorno venerdì 8 ottobre: ore 15.00      “Nucleare, sicurezza e transizione energetica”, prof. Walter Ambrosini ore 16.00     “Il ruolo del nucleare nel mondo”, prof. Nicola Forgione ore 17.00     “Nucleare e salute”, prof. Francesco d’Errico I seminari prevedono una decina di minuti finali dedicati ad eventuali domande. La partecipazione può avvenire tramite Microsoft Teams da remoto.

Brevi nucleari dal mondo

Francia – I rappresentanti istituzionali del dipartimento francese della Normandia hanno rinnovato il loro supporto al progetto che prevede la costruzione di due reattori EPR2 presso il sito della centrale nucleare di Penly. In particolare, hanno sottolineato le positive ricadute economiche derivanti dal progetto, che rappresenta un investimento pari a 15 miliardi di euro. La Normandia si contende questo progetto con altri due dipartimenti che vi hanno aderito volontariamente, Hauts de France (presso il sito di Gravelines) e Auvergne Rhône-Alpes (che conta già numerose centrali).  La decisione di costruire questi due reattori, insieme ad altri quattro, dovrebbe essere presa entro il 2023. L’EPR2 è un’evoluzione dell’EPR che dovrebbe avvalersi degli insegnamenti appresi dalla costruzione e utilizzo dei reattori EPR di prima generazione, introducendo numerose semplificazioni volte a ridurre temi e costi di costruzione. Ricordiamo che ad oggi due EPR sono in costruzione in Europa (Flamanville in Francia e Olkiluoto in Finlandia), due sono in costruzione nel Regno Unito (Hinkley Point C), mentre due sono già in funzione in Cina (Taishan). Russia – Il combustibile riciclato REMIX ha superato con successo un test operativo della durata di cinque anni volto a verificarne le performances nei reattori ad acqua leggera, i più diffusi nell’attuale parco nucleare. REMIX è studiato per ridurre l’uso di uranio e chiudere il ciclo del combustibile nucleare, allargando le possibilità di riutilizzo del combustibile esaurito. Secondo TVEL, la controllata di Rosatom, che ha condotto i test, le barre di combustibile REMIX non hanno un comportamento difforme da quelle del normale combustibile. In seguito ad ulteriori analisi, la fase sperimentale successiva sarà testare elementi di combustibile caricati esclusivamente con REMIX. Se tutte le fasi di sperimentazione avranno successo, questo tipo di combustibile potrebbe essere introdotto senza modifiche nella gran parte dei reattori ad oggi esistenti. Il riciclo può avvenire fino a cinque volte, con i prodotti della fissione di scarto rimossi ad ogni riprocessamento e vetrificati per essere accolti in un deposito geologico. In questo modo – stimano i tecnici di TVEL – un reattore potrebbe operare per il suo intero ciclo di vita (60 anni) con solo tre carichi di REMIX, ciascuno riutilizzabile fino a cinque volte. Polonia – La Polonia procede spedita nel vagliare le migliori opzioni disponibili sul mercato per l’avvio del programma nucleare che dovrebbe ridurne fortemente la dipendenza dal carbone entro il 2050. Un accordo è stato siglato tra Synthos Group, gruppo industriale polacco, e Cameco, GE Hitachi Nuclear Energy e GEH SMR Technologies Canada Ltd per vagliare la costruzione di una flotta di reattori modulari BWRX-300. Il BWRX-300 – 300 MW di potenza – è l’evoluzione del ESBWR di GE Hitachi, e vanta la combinazione di economicità, semplicità del design e sicurezza passiva. Un secondo accordo vede protagonista NuScale, che assieme ai partners polacchi GHM Polska Miedź SA (KGHM) e Piela Business Engineering (PBE) esplorerà la possibilità di convertire le centrali a carbone in centrali nucleari tramite l’installazione di reattori modulari, contribuendo in tal modo non solo alla decarbonizzazione ma anche al mantenimento di parte della forza lavoro oggi impiegata nel settore della produzione elettrica a carbone. Emirati Arabi Uniti – L’unità 2 della centrale nucleare di Barakah è stata connessa alla rete elettrica lo scorso 14 settembre, 5 mesi dopo la connessione della prima unità. Barakah (foto) è ora la più grande centrale elettrica del mondo arabo e dovrebbe contribuire a coprire circa un quarto del fabbisogno elettrico del Paese. Il Ministero dell’Energia di Abu Dhabi ha inoltre adottato un sistema di certificati di energia pulita basato su standard internazionali che dovrebbe ulteriormente catalizzare l’attenzione degli investitori facilitando la transizione verso l’uso di energia a basse emissioni.

Il nucleare nella tassonomia dopo le elezioni tedesche?

La decisione sull’inserimento o meno dell’energia nucleare nel novero della finanza sostenibile è attesa da parte della Commissione Europea entro fine anno.  L’orientamento emergente, a detta di molti commentatori, è che il parere positivo del massimo organo esecutivo comunitario arriverà dopo le elezioni tedesche del 26 settembre, per non turbare la campagna elettorale. Il lungo iter consultivo che ha visto ben tre organismi indipendenti analizzare la sostenibilità ambientale del nucleare (secondo il principio del do not significant harm, unico in discussione), non ha portato alcuna evidenza scientifica che contraddica la sostenibilità dell’atomo. Dunque, come ha dichiarato ad Euractiv Thomas Pellerin-Carlin, direttore del Jacques Delors Institute’s energy centre, la decisione più probabile è che si arrivi all’inserimento del nucleare nella tassonomia, una decisione che sarebbe consistente con gli orientamenti maturati in questi ultimi mesi. L’ottimismo è condiviso dai rappresentanti dell’industria nucleare europea e da molti diplomatici che hanno dimestichezza con le politiche della Commissione Europea. Foratom, per bocca della responsabile comunicazione Jessica Johnson, si aspetta la decisione positiva tra ottobre e novembre. Sarebbero proprio le evidenze scientifiche l’appiglio per la decisione della Commissione Europea, che supererebbero, per una volta, il peso politico del fronte dei Paesi ostili al nucleare, capeggiato dalla Germania, e che annovera anche Austria, Danimarca, Lussemburgo e – sorprendentemente – la Spagna. Ma sulla decisione peserebbe anche la battaglia politica pronta ad essere messa in atto in caso di esclusione del nucleare da parte del blocco dei Paesi favorevoli, Francia, Polonia, Ungheria,  Romania, Slovacchia, Repubblica Ceca e Slovenia.  La Francia, che assumerà la Presidenza del Consiglio Europeo in Gennaio, voterà in Aprile per le elezioni presidenziali, e una decisione dell’Europa ostile al nucleare potrebbe indebolire il candidato europeista Macron. Anche dal punto di vista economico, sebbene l’inclusione del nucleare potrebbe deludere investitori tedeschi e austriaci, potrebbe d’altro canto attirare ben più consistenti investimenti dagli Stati Uniti, dall’Australia, dalla Cina o dal Canada, dove il nucleare gode di reputazione di gran lunga migliore. Di fronte dunque ad un’Europa spaccata politicamente e ad un bilanciamento incerto dei vantaggi e degli svantaggi economico-finanziari, ecco che diventa molto probabile una decisione aderente ai pareri tecnici forniti dagli organismi incaricati, che sono tutti largamente favorevoli all’inclusione del nucleare. Senza contare che nessuno dei membri della Commissione in carica è noto per aver mai espresso posizioni apertamente anti-nucleari, a cominciare da Ursula von der Leyen. Anzi, Thierry Breton, commissario al mercato interno, si è più volte espresso a favore del nucleare. L’inclusione del nucleare infine potrebbe essere anche parte di una trattativa di scambio per l’inclusione, almeno temporanea, del gas naturale. L’interesse verso il gas naturale è infatti trasversale ai due blocchi che si contrappongono sul nucleare (Germania, Polonia e Italia vi puntano decisamente per la transizione energetica), e sebbene il gas naturale sia una fonte fossile che difficilmente può considerarsi sostenibile sotto molteplici aspetti, ha comunque un impatto inferiore del carbone e una rilevanza nel sistema energetico, almeno nel breve tempo, difficilmente ridimensionabile.