World Nuclear Symposium 2022

Dal 7 al 9 Settembre 2022 si terrà a Londra il simposio organizzato dalla World Nuclear Association. Leader dell’industria nuclear, dirigenti aziendali ed esperti si ritroveranno per condividere esperienze ed informazioni che aiuteranno l’energia nucleare ad interpretare ancora meglio il suo ruolo centrale nella transizione ad un mondo pulito e sostenibile. Per tutti i dettagli vi rimandiamo al sito ufficiale, dove è possibile trovare informazioni anche sulla call for presentations, come registrarsi per partecipare, sponsorizzazioni ed esposizioni.

IEA: energia e nucleare

IAEA ha pubblicato un estratto di un incontro con Faith Birol, riportiamo e traduciamo qui L’economista energetico di fama mondiale e direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’energia Fatih Birol non è estraneo al nucleare: si è espresso a favore di tutte le opzioni a basse emissioni, compresa l’energia nucleare, nella lotta ai cambiamenti climatici. L’anno scorso era nell’elenco Time 100 delle persone più influenti del mondo ed è il presidente del World Economic Forum Energy Advisory Board. Oggi a Vienna, su invito del Direttore Generale della IAEA Rafael Mariano Grossi, ha tenuto una conferenza ai rappresentanti degli Stati membri dell’IAEA dal titolo “Crisi energetica globale: implicazioni per i mercati energetici e il clima”. Abbiamo parlato con il Direttore Esecutivo Birol dopo il briefing di un’ora, in cui hanno partecipato rappresentanti di oltre 70 paesi e molti hanno posto domande.   Durante il briefing, ha parlato di una crisi energetica e di una crisi climatica simultanee. Quale ruolo vede per l’energia nucleare nell’affrontare questi problemi? Oggi assistiamo ad una crisi energetica, insieme ad una crisi umanitaria e ad una crisi climatica. Sono tutti interconnessi. Credo che siamo in effetti nella prima crisi energetica globale, e questa sta colpendo i mercati del petrolio, del gas, dell’elettricità e del carbone. Il mondo non ha mai visto una tale crisi energetica. È un nuovo mondo energetico con nuove realtà: siamo a un punto di svolta per l’energia globale. Credo che l’energia nucleare possa svolgere un ruolo nei Paesi in cui è accettato, e possa influire sia la sicurezza energetica che il clima. A tal fine, dobbiamo assicurarci che l’industria nucleare rispetti i tempi e i costi, e anche il funzionamento sicuro delle centrali nucleari è di fondamentale importanza. La crisi petrolifera degli anni ’70 ha portato dolore economico e sociale, ma ha anche portato innovazione, sia in termini di maggiore efficienza energetica che di crescita nell’uso di altre fonti di energia, compreso il nucleare. Oltre il 40% delle centrali nucleari di oggi sono state costruite in risposta alla crisi petrolifera. Il mondo di oggi ha opzioni energetiche altamente competitive per aiutarci a superare la crisi energetica: solare, eolico, auto elettriche e nucleare. Lei ha detto che molti paesi stanno “rivalutando” l’energia nucleare. Perché è così e perché sta accadendo ora? Diversi paesi, sia economie avanzate che economie in via di sviluppo, stanno considerando il nucleare. Molti paesi che avevano rimosso il nucleare dalle loro opzioni energetiche stanno rivalutando questa opzione. Il motivo è che capiscono che il nucleare, se gestito in modo sicuro, può fornire supporto alla sicurezza dell’elettricità e della sicurezza energetica per i loro Paesi. Inoltre, il nucleare può essere una delle opzioni per il settore energetico per ridurre le emissioni di gas serra, il che può aiutare i Paesi a raggiungere gli obiettivi che hanno promesso. Molti governi quindi vedono il nucleare come una delle opzioni, non l’unica opzione, ma sicuramente una delle opzioni. Il solare e l’eolico stanno diventando molto economici, ma una delle fonti di elettricità più economiche al mondo è l’estensione della vita delle centrali nucleari esistenti. Se invece le perfetteamente valide preoccupazioni sulla sicurezza energetica di molti Paesi verranno soddisfatte da un maggior utilizzo del carbone, gli obiettivi sul cambiamento climatico saranno fuori portata.   In diversi Paesi, in particolare in Occidente, una questione chiave è l’opinione pubblica. Cosa possono fare organizzazioni come la IEA e la IAEA per influenzare le opinioni e contribuire a garantire che vi sia una visione obiettiva del nucleare? Non siamo un’organizzazione pro o anti-nucleare. Siamo un’organizzazione a favore della sicurezza energetica e della lotta ai cambiamenti climatici. Noi analizziamo e riportiamo solo i fatti. E i fatti dimostrano che in assenza del nucleare sarà molto più difficile e costoso raggiungere gli obiettivi climatici internazionali. Un altro fatto che diciamo ai governi è che l’estensione della vita delle centrali nucleari esistenti è una delle fonti più economiche di elettricità pulita. Questi sono i fatti che i governi devono dire ai cittadini di cambiare opinione e superare alcuni tabù. C’è già un cambiamento nella percezione dell’energia nucleare. Le persone si rendono conto che la sicurezza energetica e la lotta al cambiamento climatico sono importanti. Se utilizziamo molte energie rinnovabili e c’è una fredda giornata invernale con poco vento, allora avremo bisogno di altre fonti di elettricità pulita come il nucleare. Il sostegno pubblico e il sostegno del governo stanno infatti crescendo: ora l’industria nucleare deve rispettare i costi e rispettare i tempi.

Webinar: INL contribution to the development of Accident Tolerant Fuels for the US LWR fleet

Il prossimo 13 maggio, nell’ambito del ciclo di conferenze organizzate dal corso di laurea di Nuclear Engineering dell’Università di Pisa, si terrà un interessante appuntamento. Il Dr. Carlo Parisi, laboratori nazionali di Idaho (USA), parlerà degli Accident Tolerant Fuels e del contributo che INL sta apportando in questo importante avanzamento, anche per il mercato europeo, vista la recente decisione della Commissione. L’evento può essere seguito su questo link MSTeams.

Fridays For Future e posizione sul nucleare

Oggi Fridays For Future Italia ha pubblicato la sua posizione sul nucleare (da fissione), frutto di un lungo lavoro interno di approfondimento e riflessione a cura del Gruppo Scienza nazionale. Infatti in questa loro posizione riportano un concetto chiave: La questione energetica è complessa. […] Siamo troppo spesso abituati a semplificazioni veloci e spiegazioni facili, un po’ per qualsiasi argomento, tuttavia il tema energetico non può essere trattato semplificando, ma pazientando, capendo, discutendo. […] perché non esiste un’unica soluzione alla crisi climatica ed ecologica Propongono dunque una narrativa diversa dal semplice pro/contro nucleare, riportano invece un insieme di fatti e spiegazioni e infine le loro conclusioni che valgono “in un determinato momento storico e in un determinato contesto territoriale”. L’obiettivo è anche rendere il dibattito sul nucleare meno polarizzato, ma anche meno aggressivo e violento. Nel loro approfondimento hanno approfittato del contenuto scritto da Valigia Blu, di un’attività di condivisione della conoscenza con il Comitato Nucleare e Ragione, di due live sul sistema energetico con Giulia Conforto – Dialogo sopra i massimi sistemi energetici e Fonti Rinnovabili: facciamo il punto.   Un cambio di paradigma è necessario Una delle prime riflessioni è la necessita di un cambiamento culturale e rinnovamento del sistema economico-produttivo. Anche l’IPCC nel suo rapporto ha esaminato l’impatto che avrebbero investimenti su infrastrutture e tecnologie che influiscano anche il cambiamento nei comportamenti dei cittadini. Complessivamente potrebbe portare a una riduzione delle emissioni di gas serra tra il 40 e il 70%. Lasciare le centrali accese FFF dice infatti: “Anche se ci sembra ovvio, è importante ribadire che le centrali nucleari già in funzione dovrebbero essere lasciate accese fino a quando è tecnicamente possibile e sicuro farlo, perché rappresentano una fonte che sta già producendo grandi quantità di energia a bassissime emissioni. Lo spegnimento anticipato di reattori aumenta le emissioni soprattutto quando essi vengono sostituiti con i combustibili fossili, ma anche quando sono sostituiti dalle rinnovabili.”   Siamo ancora in tempo? Secondo FFF no: la costruzione di uno o più reattori in Italia è praticamente impossibile possa contribuire agli obiettivi molto stringenti del 2030. La mancanza di una filiera pronta, la resistenza dell’opinione pubblica e gli iter legislativi, democratici e burocratici per rimettere in discussione i due referendum: questi i fattori che renderebbero una reintroduzione della fissione in Italia troppo lunga. Oltre ai possibili tempi lunghi di costruzione di nuove centrali. Inoltre, il fatto che le risorse economiche siano limitate rendono impossibile investire in diverse tecnologie e strategie contemporaneamente. Allora la conclusione è che per avere il più velocemente ed efficacemente agli obiettivi 2030 le risorse economiche dovrebbero essere impiegate per aumentare le fonti rinnovabili, consci dei limiti sulla rete elettriche che queste hanno.     Che ne pensate? Ha ragione Fridays For Future nel suo pragmatismo a breve termine? O abbiamo lo spazio per abbracciare una visione più ampia? È sicuramente vero che prima raggiungiamo i nostri obiettivi di decarbonizzazione meglio è. Ma è davvero lungimirante pensare all’obiettivo di breve/medio termine senza prendersi cura dell’obiettivo di lungo termine? Non potrebbe valere la pena lavoreare su tutte le scale temporali e pensare sia all’elettricità che ci arriva in casa oggi, sia a quella di cui disporremo nel 2030, sia al mix energetico del 2050? Il nucleare, inoltre, può essere utile anche per altri aspetti della nostra vita: teleriscaldamento, produzione di idrogeno, desalinizzazione delle acque. Non solo orizzonti temporali, anche geografici: il sistema Paese non vive soltanto di ciò che produce per il suo consumo interno. Potrebbe lo sviluppo del nucleare in Italia essere poi benefico per il supporto tecnologico che potremmo fornire ad altri Paesi? Il nostro equo contributo si riduce alla sola riduzione delle emissioni italiane? Possiamo contribuire alla sfida globale di mitigazione ed adattamento in altro modo?

Aggiornamenti dalla crisi Ucraina

Ecco un breve recap dei maggiori avvenimenti delle ultime settimane.   Il 19 Aprile, dopo più di un mese, le comunicazioni tra l’ente regolatore e la centrale di Chernobyl sono state ripristinate – con soddisfazione del Direttore Generale IAEA Rafael Grossi. Le forze russe avevano preso il controllo della centrale il 24 Febbraio, ritirandosi il 31 marzo. Il 20 Aprile l’Ucraina ha fatto sapere che la condizione generale dell’area intorno a Chernobyl rimane difficile a causa di infrastrutture distrutte o attività di sminamento, e che quindi non ha ancora avuto la possibilità di visitare la facility. Il 22 Aprile è stata annunciata una missione di esperti della IAEA presso l’impianto di Chernobyl a partire dal 26 Aprile, giorno dell’anniversario dell’incidente di 36 anni fa. Grossi ha dichiarato “basandoci sulle nostre misure scientifiche e valutazioni tecniche, saremo in grado di comprendere meglio la situazione radiologica presente.” Il 23 Aprile l’Ucraina ha fornito alla IAEA una lista di attrezzatura necessaria, attraverso lo Unified System for Information Exchange in Incidents and Emergencies (USIE). Molti Paesi Membri dell’Agenzia hanno prontamente mostrato la loro disponibilità a cooperare e mettere a disposizione il proprio equipaggiamento: questo verrà coordinato attraverso il meccanismo di Response and Assistance Network (RANET). Il 26 Aprile il Direttore Grossi ha commemorato le vittime di Chernobyl e tutti coloro che hanno lavorato alacremente per ricostruirla e proteggerla. Inoltre, si è detto onorato di incontrare lo staff presente presso l’impianto e ringraziarlo per la loro resilienza e coraggio in questi periodi molto difficili. Successivamente Grossi si è recato a Kiev per incontrare il Presidente Zelenskyy, con il quale ha avuto una conversatione approfondita sulla sicurezza delle strutture nucleari ucraine. Nella conferenza stampa del 28 Aprile, il Direttore grossi ha condiviso un report approfondito della situazione, disponibile a questo link. Il 29 Aprile, l’Ucraina ha informato la IAEA che Rosenergoatom, parte dell’azienda di Stato Rosatom, ha inviato un gruppo di specialisti nucleari presso la centrale di Zaporizhzhya, ancora controllata da forze russe ma operata da staff ucraino. Al momento sono attivi 7 dei 15 reattori ucraini: due nella centrale di Zaporizhzhya, due a Rivne, due nella centrale denominata South Ukraine e uno presso Khmelnytskyy. Le comunicazioni remote per i dati sulle salvaguardie da Chernobyl sono in fase di ripristino graduale, dopo un’interruzione di due mesi. Per quanto riguarda le quattro centrali operanti, le comunicazioni sono stabili.