Krsko incassa l’ok del Ministero dell’Ambiente sloveno per operare fino al 2043

È di oggi la notizia della decisione del 13 Gennaio del Ministero sull’estensione di 20 anni della vita del reattore. La centrale da 688 MW opera dal 1983 e il processo culminato nel via libera ha coinvolto anche la popolazione locale e vicini, tra cui anche il nostro Paese. Non possiamo far altro che accogliere con favore questa notizia – senza dimenticare che presso la stessa centrale è anche in cantiere un possibile raddoppio, come vi abbiamo già raccontato. Infatti le nostre industrie più energivore guardano ad una fonte pulita, affidabile ed economica con forte interesse, ed AIN è in prima linea su questo.

Krško raddoppia, e l’industria italiana partecipa

La centrale nucleare di Krško conta già 700MW, ma punta ad aggiungerne altri 1100. La notizia non è nuova, e ha anche già ricevuto qualche rimostranza. Federacciai e Ansaldo Nucleare, grazie anche agli sforzi di Associazione Italiana Nucleare, hanno deciso oggi di investire direttamente nell’ampliamento della centrale. Dei 4-5 miliardi totali previsti, la newco dovrebbe arrivare a 1.2 miliardi, di cui un terzo proprio dai siderurici italiani.In cambio? Contratti pluriennali di fornitura per un totale di un terzo dell’energia prodotta. AIN può solo esprimere profonda soddisfazione per questa operazione.Da mesi, anche nella nostra ultima audizione alla Camera, proponiamo che l’elettricità da fonte nucleare venga considerata una risorsa strategica a livello europeo. Il nostro compito è anche quello di promuovere passi in questo senso, come successo in questo caso.Consorzi italiani di utilizzatori, in particolare le industrie più energivore, possono solo guadagnarci dall’entrare nel capitale delle nuove centrali europee: ottenere energia a prezzi stabili e programmati è di fondamentale importanza.Non solo economia e stabilità negli approvvigionamenti, anche la consapevolezza di contribuire in modo positivo all’ecosistema utilizzando una fonte pulita e a bassissimo impatto ambientale e sulla salute umana.

Stupore per il parere negativo italiano alla centrale di Krsko

Esprime il nostro stupore nell’apprendere del parere negativo dato dalla commissione tecnica del ministero della Transizione Ecologica al prolungamento dell’attività della centrale nucleare di Krsko in Slovenia. Tale parere non sembra tenere debito conto dell’opinione favorevole espressa dalle organizzazioni e degli enti pubblici che in Italia sono competenti ad esprimere un giudizio tecnico e che sono più direttamente in contatto con gli organi regolatori sloveni ed europei che sovrintendono alla sicurezza degli impianti nucleari. Non possiamo non ricordare, al riguardo, che l’impianto in questione, così come tutti gli impianti in esercizio in Europa, è stato sottoposto, a valle dell’incidente di Fukushima, ad una severa analisi (“stress test”) condotta in modo coordinato tra le varie autorità di sicurezza nazionali secondo le indicazioni dell’Unione Europea. In particolare per l’impianto di Krsko è stato condotto uno studio sismico probabilistico, secondo le più recenti metodologie disponibili, che ha riaggiornato il massimo sisma ipotizzabile sul sito ad un valore di 0,6g di accelerazione al suolo. Su questa base, l’esercente dell’impianto ha avviato un vasto programma di ammodernamento e rafforzamento dei sistemi di sicurezza della centrale. Tra tali interventi, in particolare, vogliamo citare la realizzazione di due sistemi addizionali per il raffreddamento dell’impianto dopo incidente, e del relativo edificio che li ospita, progettati cautelativamente ad un valore di sismicità del 20% superiore. Non può quindi non destare stupore la posizione assunta dall’Italia, che ignora, o peggio smentisce, l’intero approccio seguito dall’Europa per assicurare la massima sicurezza degli impianti nucleari ed il giudizio in più sedi ribadito da esperti indipendenti, sia a livello nazionale che internazionale. Restiamo in attesa di conoscere le motivazioni che verrano fornite, speriamo in tempi rapidi, e che ci vogliamo augurare siano basate su elementi tecnici ulteriori non a nostra conoscenza, unico approccio che ci sembra doveroso seguire in materia di argomenti tanto delicati quali la sicurezza.

Terremoto in Croazia: il nucleare si dimostra resiliente

COMUNICATO STAMPA 31/12/2020 Lo scorso 29 dicembre la Croazia è stata scossa da un terremoto di magnitudo 6.4, il più forte dal 1880. Il terremoto ha per ora provocato un bilancio di alcuni morti e decine di feriti, oltre che estesi danni materiali nelle località prossime all’epicentro. La centrale nucleare di Krško, sita in Slovenia a circa 80 km dall’epicentro, ha effettuato uno scram(arresto automatico di emergenza) in seguito alla scossa. In nessuna fase della procedura di emergenza vi è mai stato alcun rilascio anomalo di radiazioni né alcun pericolo per l’ambiente e la popolazione, come prontamente verificato dagli organismi nazionali e internazionali competenti. Alle ore 22 del 30 dicembre, in seguito all’ispezione minuziosa di tutti i sistemi e le componenti della centrale, l’impianto è stato riconnesso alla rete elettrica, non avendo subito alcun danno dal sisma. Il sisma ha infatti provocato presso l’impianto nucleare di Krško accelerazioni del suolo (0.07 g) ben inferiori alla soglia di spegnimento sicuro. Duole invece constatare che l’occasione è stata colta da qualche esponente politico italiano per lanciare l’ennesima campagna contro l’energia nucleare. Grazie ai meticolosi protocolli di sicurezza vigenti a livello internazionale – in particolare in seguito all’incidente di Fukushima – che sono pubblici e facilmente accessibili, i sistemi di sicurezza della centrale hanno dunque funzionato come era lecito aspettarsi durante il sisma e l’impianto si è dimostrato resiliente. Scarica il Comunicato Stampa in formato PDF Download PDF English Version