Stupore per il parere negativo italiano alla centrale di Krsko

Esprime il nostro stupore nell’apprendere del parere negativo dato dalla commissione tecnica del ministero della Transizione Ecologica al prolungamento dell’attività della centrale nucleare di Krsko in Slovenia. Tale parere non sembra tenere debito conto dell’opinione favorevole espressa dalle organizzazioni e degli enti pubblici che in Italia sono competenti ad esprimere un giudizio tecnico e che sono più direttamente in contatto con gli organi regolatori sloveni ed europei che sovrintendono alla sicurezza degli impianti nucleari.
Non possiamo non ricordare, al riguardo, che l’impianto in questione, così come tutti gli impianti in esercizio in Europa, è stato sottoposto, a valle dell’incidente di Fukushima, ad una severa analisi (“stress test”) condotta in modo coordinato tra le varie autorità di sicurezza nazionali secondo le indicazioni dell’Unione Europea. In particolare per l’impianto di Krsko è stato condotto uno studio sismico probabilistico, secondo le più recenti metodologie disponibili, che ha riaggiornato il massimo sisma ipotizzabile sul sito ad un valore di 0,6g di accelerazione al suolo. Su questa base, l’esercente dell’impianto ha avviato un vasto programma di ammodernamento e rafforzamento dei sistemi di sicurezza della centrale. Tra tali interventi, in particolare, vogliamo citare la realizzazione di due sistemi addizionali per il raffreddamento dell’impianto dopo incidente, e del relativo edificio che li ospita, progettati cautelativamente ad un valore di sismicità del 20% superiore.
Non può quindi non destare stupore la posizione assunta dall’Italia, che ignora, o peggio smentisce, l’intero approccio seguito dall’Europa per assicurare la massima sicurezza degli impianti nucleari ed il giudizio in più sedi ribadito da esperti indipendenti, sia a livello nazionale che internazionale.
Restiamo in attesa di conoscere le motivazioni che verrano fornite, speriamo in tempi rapidi, e che ci vogliamo augurare siano basate su elementi tecnici ulteriori non a nostra conoscenza, unico approccio che ci sembra doveroso seguire in materia di argomenti tanto delicati quali la sicurezza.