Nasce la Nuclear Hydrogen Initiative

Qualche giorno fa è stata lanciata la Nuclear Hydrogen Initiative, una coalizione globale per promuovere l’idrogeno prodotto da nucleare come una fondamentale soluzione climatica. Infatti i combustibili non carbonici come idrogeno e ammoniaca rappresentano una grossa opportunità di decarbonizzare il nostro sistema energetico. Le tecnologie nucleari hanno la potenzialità di produrre idrogeno in maniera pulita ed efficiente e ad una scala che potrebbe coprire il fabbisogno dei settori più difficili da decarbonizzare. Inoltre, naturalmente, il nucleare impiega un’area molto minore di altre fonti di energia in grado di produrre idrogeno. La coalizione conta già più di 40 aziende, istituzioni accademiche, agenzie governative e organizzazioni non-profit tra cui: IAEA, Ontario Tech University, Framatome, Core Power, Ultra Safe Nuclear Corp, X-Energy, Terrestrial Energy, Canadian Nuclear Labs, Idaho National Lab, National Nuclear Lab, Nuclear Energy Institute, World Nuclear Association, utilizzatori di idrogeno, Gli scopi? Informare i cittadini sull’idrogeno da nucleare, coinvolgere la comunità di investitori e essere un catalizzatore di partnerships commerciali, ma anche individuare e risolvere le sfide tecniche e normative e sviluppare politiche condivise.   Consigliamo l’interessante report preparato e pubblicato sul loro sito a questo link.

Hydrogen Expo, Italia

Il primo Hydrogen Expo si terrà a Piacenza dall’8 al 10 Giugno 2022: la prima mostra-convegno italiana interamente dedicata al settore dell’idrogeno. Il link per la registrazione si trova qui e tutte le informazioni sul sito ufficiale https://hydrogen-expo.it/ Sarà presente anche il nostro socio collettivo 3HCSI srls (stand 12), che estende ai soci l’invito. Per maggiori informazioni, è possibile scrivere una mail al nostro usuale indirizzo. Parte delle attività riguardera la procedura della domanda per la certificazione QPS e  “Join ASME in navigating the hydrogen landscaper for Green Economy“.

The Hydrogen-Nuclear Nexus, evento OCNI

Sono aperte le registrazioni per il webinar a cura di OCNI, Organization of Canadian Nuclear Industries, dal titolo “The Hydrogen-Nuclear Nexus“. Partendo da una panoramica sulla produzione di idrogeno da fissione e -in prospettiva- fusione, il webinar si concentrerà poi sullo stato di avanzamento di questa opportunità. Di particolare importanza è la produzione di idrogeno nel raggiungimento dell’obiettivo di Net Zero emissioni di gas serra.   È possibile registrarsi sulla pagina ufficiale dell’evento.

La produzione di idrogeno non può prescindere dal nucleare

Uno studio prodotto dall’Ufficio Parlamentare Francese per la Valutazione Scientifica e Tecnologica (OPECST) ha messo in risalto l’imprescindibilità della fonte nucleare al fine di realizzare gli obiettivi di produzione di idrogeno dichiarati a livello europeo e mondiale. L’idrogeno è infatti prevalentemente prodotto tramite elettrolisi utilizzando ingenti quantitativi di elettricità. Affinché la produzione di questo vettore di energia possa contribuire positivamente agli sforzi di decarbonizzazione del sistema energetico, è ovviamente necessario che lo stesso sia prodotto da fonti a basse emissioni, rinnovabili (cosiddetto idrogeno verde) o nucleare (idrogeno giallo, o viola come altre volte è definito). La scelta tecnologica non è però indifferente per quanto concerne i costi e neppure per quanto riguarda l’impatto ambientale, come il consumo del suolo. Il rapporto infatti stima che la produzione di idrogeno da fonte rinnvabile intermittente (solare o eolico) costerebbe quattro volte la produzione di idrogeno tramite Small Modular Reactors. L’elevato investimento iniziale costituito dalle celle elettrolitiche richiede infatti una loro operatività annua minima di 5000 ore al fine di renderle profittevoli, con un valore ottimale di 8000 ore annue. Questo fattore di capacità è raggiungibile, tra le fonti a basse emissioni, solo dal nucleare e dall’idroelettrico, mentre solare ed eolico si fermano ben sotto la soglia (2000-4000 ore annue). Per quanto riguarda il consumo del suolo, l’obiettivo europeo al 2030 di installare una capacità di produzione a celle elettrolitiche pari a 40 GW (10 milioni di tonnellate di idrogeno) richiederebbe 150 mila turbine eoliche o 80 mila chilometri quadrati di pannelli solari (grossomodo la superficie dell’intera Austria). A livello globale, produrre 70 milioni di tonnellate di idrogeno richiederebbe 560 mila chilometri quadrati di pannelli solari, o 400 GW di nuovi reattori nucleare (con un consumo del suolo mille volte inferiore). Ovviamente, dato l’orientamento delle politiche energetiche attuali a livello mondiale e il trend dell’industria nucleare, il rapporto sottolinea come 400 GW di nuova capacità nucleare siano un “libro dei sogni”. La sola Francia necessiterebbe di 4 centrali nucleari dedicate esclusivamente alla produzione di idrogeno. Dal rapporto emerge comunque il dato, già sollevato da diversi commentatori, che le implicazioni della diffusione di un’economia all’idrogeno solo da fonti rinnovabili non sono per nulla chiare né dal punto di vista economico né della sostenibilità ambientale, e che servirebbe molta più cautela nel proporre scenari che escludano a priori l’uso della fonte nucleare o delle fonti fossili con modalità di sequestro dell’anidride carbonica.

A proposito di idrogeno

Segnaliamo due articoli a firma Massimo Nicolazzi per la rivista Energia. Il primo analizza le condizioni che debbono essere soddisfatte affinché la produzione di idrogeno al fine di stoccare energia elettrica da fonti rinnovabili sia coveniente, introducendo il termine hydrogen parity. Dopo grid parity e market parity, ecco a voi la hydrogen parity! Il secondo approfondisce ancora l’argomento, evidenziando gli interrogativi connessi all’ambizioso Piano Nazionale per l’idrogeno verde, che, con un modico investimento di 10 miliardi di euro in 10 anni dovrebbe poter coprire l’1-2% del paniere energetico al 2030, per poi accelerare, bruscamente tanto quanto magicamente, fino a coprire il 23% dei consumi finali nel 2050. Qualche interrogativo da dipanare sull’idrogeno verde Per chi non lo sapesse, per idrogeno verde si intende idrogeno prodotto utilizzando elettricità da fonti rinnovabili. Esiste tutta una tavolozza di colori dell’idrogeno, tra cui il viola, quello prodotto da fonte nucleare, che ha recentemente ottenuto dalla Commissione Europea (bontà sua) il riconoscimento (ovvio) di idrogeno prodotto da fonte a basse emissioni.