Nucleare e Tassonomia UE, cosa succederà?

Oggi una parte degli europarlamentari ha sostanzialmente rigettato la proposta della Commissione Europea sulla Tassonomia. In una riunione congiunta delle Commissioni UE degli Affari economici e monetari e di Ambiente, Salute Pubblica e Food Safety, infatti, 72 voti contro 62 (e 4 astenuti) hanno posto una seria minaccia all’inclusione di nucleare e gas – o meglio, alcune specifiche attività – nella lista di attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale. Il 9 Marzo la Commissione Europea, dopo aver raccolto il parere tecnico del JRC, aveva infatti incluso anche l’energia nucleare nella Tassonomia, seppur denominata come attività ‘di transizione’ – insieme al gas. Questo è uno stop definitivo al nucleare in Tassonomia? No, ora tutto è nelle mani del Parlamento intero: nella plenaria del 4-7 luglio si voterà definitivamente. Serve una maggioranza assoluta (353) degli europarlamentari per opporsi. Dodici Stati Membri si sono già pubblicamente schierati a favore del nucleare, ora possiamo solo sperare che il voto in Europarlamento non vanifichi gli sforzi fatti e renda giustizia alle evidenze scientifiche sull’importanza dell’energia nucleare per la decarbonizzazione.

Webinar UniPi: Jeff Lane, Zachry Nuclear Engineering

Il prossimo evento della serie di webinar organizzati dal corso di laurea in Ingegneria Nucleare dell’università di Pisa si terrà il 24 Giugno alle 15.00 Jeff Lane di Zachry Nuclear Engineering (USA) parlerà di GOTHIC – Hybrid System Level and Coarse Grid CFD Modeling and Simulation, su questo link.   Il Dr. Jeff Lane si occupa di sviluppo di software, termoidraulica computazionale e analisi della sicurezza dei reattori sia per LWR esistenti che per concetti SMR e non LWR di prossima generazione. Attualmente è responsabile tecnico e responsabile del programma per il software Coarse Grid CFD GOTHIC. La sua esperienza è in metodi multi-fisici e multi-scala, verifica, validazione e quantificazione dell’incertezza (VV&UQ), garanzia della qualità del software (SQA), processo di sviluppo e valutazione del modello di valutazione (EMDAP) e metodi Best-Estimate Plus Uncertainty (BEPU). Il dottor Lane è stato anche coinvolto nello sviluppo di digital twins, nell’applicazione dell’apprendimento automatico per guidare le simulazioni, nella gestione degli incidenti e nella data-driven modelling. Prima di entrare in Zachry Nuclear, il dottor Lane ha lavorato per il Bettis Atomic Power Laboratory, dove era responsabile dell’avanzamento delle capacità di simulazione e dei metodi multifisici per supportare le applicazioni esistenti e future. Il dottor Lane ha conseguito il dottorato di ricerca alla Pennsylvania State University, dove ha studiato nell’ambito del programma di borse di studio Rickover in ingegneria nucleare.

IAEA International Conference on Safety and Security of Radioactive Sources

Segnaliamo questa conferenza internazionale organizzata da IAEA: International Conference on Safety and Security of Radioactive Sources – Accomplishments and Future Endeavours, i prossimi 20-24 Giugno. Le sorgenti radioattive sono ampiamente usate nel mondo per scopi benefici come in medicina, industria, agricoltura, ricerca ed istruzione. Assicurare la loro sicurezza rimane un argomento di attenzione globale e miglioramenti significatici sono stati fatti negli ultimi decenni. Nonostante questi sforzi, incidenti ed emergenze con importanti potenziali conseguenze continuano ad accadere. Questi ricordano agli Stati l’importanza di continuare a migliorare i processi lungo tutto il ciclo di vita di queste sorgenti per raggiungere lo standard più alto possibile di sicurezza. La necessità di un approccio coordinato a livello internazionale è stato già discusso nel Settembre 1998 nella conferenza di Dijon (Francia), inaugurando una proficua sequenza di conferenze: Buenos Aires (Dicembre 2000), Vienna (Marzo 2003), Rabat (Settembre 2003), Bordeaux (Giugno 2005), Abu Dhabi (Ottobre 2013). Altre riunioni sono seguite per rendere ancora più efficace il Code of Conduct on the Safety and Security of Radioactive Sources nel 2016 e 2020.   In particolare lo scopo di questa conferenza è essere un forum di discussione per: Scambio di informazioni rispetto alle attuali sfide, incluse le lezioni imparate dalla pandemia di covid19 Aumentare la consapevolezza e scambiare esperienze riguardo alla capacità di preparazione e risposta ad incidenti ed emergenze radiologici che coinvolgono sorgenti radioattive Migliorare la coordinazione tra le autorità nazionali competenti Condividere esperienze nello sviluppo di frameworks governativi, legislativi e regolatori Scambio di informazioni riguardo la pianificazione, messa a terra, manutenzione e sostenibilità dei regimi nazionali di sicurezza e sulla gestione delle competenze, addestramento ed istruzione Revisione dell’impatto degli avanzamenti tecnologici e di ricerca disponibili Condividere esperienze in avanzamenti tecnologici e aggiornamenti programmati Facilitare la cooperazione tra le autorità competenti e gli enti interessati Promuovere gli standard e le guide IAEA e il loro utilizzo negli Stati Promuovere l’universalizzazione e l’utilizzo di strumenti come la Joint Convention of the Safety Spent Fuel Management and on the Safety of Radioactive Waste Management, la Convention on Assistance in the Case of a Nuclear Accident or Radiological Emergency, la International Convention on the Suppression of Acts of Nuclear Terrorism e il Code of Conduct on the Safety and Security of Radioactive Sources La conferenza non tratterà della sicurezza del materiale nucleare in uso, trasporto e stoccaggio. Il trasporto di sorgenti radioattive è stato trattato nella prossima conferenza IAEA International Conference on the Safe and Secure Transport of Nuclear and Radioactive Materials di Vienna del 12-17 Dicembre 2021.   Tutte le informazioni sono disponibili su questo link: https://www.iaea.org/events/safety-security-radioactive-sources-2022

Facciamo rete con l’Europa, da “Nucleare: Ritorno al futuro”

Nel suo ultimo libro, Nucleare: Ritorno al futuro, il presidente Minopoli sviscera una delle proposte di AIN per il futuro dell’elettricità – all’unico livello sensato: quello UE.   Viviamo tutti sulla pelle i risultati della poco lungimirante – per usare un eufemismo – politica energetica del nostro Paese e non solo. Già dall’estate 2021 abbiamo visto l’impatto dell’insufficienza di gas, naturalmente esacerbata dalla crisi ucraina. Negli ultimi mesi si è parlato di razionamenti, lo spettro dei blackout aleggia; ma è proprio questo il momento in cui occorrerebbe coraggio: superare la visione emergenziale e finalmente adottare e perseguire un mix elettrico (ma anche energetico) che possa sostenere il sistema Paese a lungo termine. Non basteranno le fonti rinnovabili che pure dovranno considerevolmente aumentare il loro peso nel mix del Paese. Nel 2020 le fonti di energia rinnovabile hanno coperto il 38% dei consumi di energia elettrica: il contributo preponderante resta quello della fonte idroelettrica, una ricchezza naturale, purtroppo con sviluppo limitato, che copre quasi i due terzi di questo consumo. La potenza installata delle fonti di energia rinnovabile ha raggiunto i 56,6 GW, crescendo a tassi sostenuti in tutti questi anni. Oggi, ancor più, dopo la crisi ucraina si parla di aggiungere, entro il 2030, 70 GW di energia rinnovabile al nostro mix elettrico. Praticamente 9 GW all’anno – quando a stento adesso aggiungiamo 1GW all’anno. Solo colpa della lentezza delle autorizzazioni? No, la penetrazione delle rinnovabili è limitata da limiti oggettivi, tra i quali il consumo di suolo, la necessità di un backup per le intermittenti, e talvolta la necessità di adeguare la rete elettrica. La stessa enel, che è diventata il principale produttore di energia rinnovabile, nei suoi piani triennali non va oltre 1 GW di previsione annua. […] Per quanto si possa incrementarne la quota, è impensabile, insomma, che l’energia rinnovabile possa diventare sostitutiva, nella produzione elettrica, del gas importato e cambiare il nostro mix elettrico.   Il nostro sistema energetico italiano è davvero troppo facile, il dialogo sul nucleare in Italia va riaperto. Come? Anzitutto, in una chiave europea. È presumibile che, nei prossimi anni, dovremo aumentare la quota di energia elettrica (oggi il 13,5% del fabbisogno, pari a 42,8 TWh) che importiamo dai Paesi vicini (compreso quella nucleare francese, svizzera o slovena prodotta a meno di 200 km dal nostro confine). Questa quota crescerà: probabilmente, da subito, per ulteriori 800 MW. Adeguare l’interconnessione elettrica è più facile che gestire gasdotti o siti di stoccaggio di gas. Per questo dovremo compensare con maggiore elettricità importata e non più solo con gasdotti e navi metaniere. Questo ci rende molto interessati al destino del nucleare in Europa, che, per i Paesi che vi ricorrono, è la fonte sostitutiva dei fossili, insieme alle rinnovabili, nel mix elettrico. Forse è opportuno, da parte dell’Europa, considerare la generazione elettrica da nucleare non solo una scelta domestica, dei singoli Paesi, ma una risorsa strategica dell’intera UE. Certamente, questo è nell’interesse dell’Italia. Una proposta è stata avanzata dall’Associazione Italiana Nucleare: investire (per esempio come consorzi di utilizzatori) sulle centrali nucleari in costruzione ai nostri confini (che sono tutte potenziamenti, con nuovi impianti, di quelle esistenti). I consorzi si impegnerebbero a investire nelle nuove centrali per quote che potrebbero ritirare, anticipatamente, a prezzo concordato, da quelle già operative, nel periodo intercorrente sino all’entrata in funzione dei nuovi impianti. È lo schema che enel aveva concordato sulla centrale EPR in costruzione di Flamanville. Fu cancellato, insieme al resto, dal referendum del 2011. E qui sentiamo già nelle orecchie la solita obiezione: troppi anni per la costruzione di una centrale. Oltre alla limitata validità di questa affermazione, bisogna dire che anche molte delle misure proposte oggi come soluzioni all’emergenza richiederanno tempi lunghi, in qualche caso fino a dieci anni (cioè quanto servirebbe oggi per costruire una centrale di terza generazione). Addirittura alcune innovazioni (idrogeno, elettrificazione della mobilità) richiederanno tempi anche superiori. Con questo vogliamo intendere che niente ci potrà aiutare? Assolutamente no. Dobbiamo semplicemente essere pragmatici: la transizione energetica per sua natura non può essere immediata, i sistemi energetici hanno per propria natura tempi lunghi di applicazione. Dobbiamo decidere e agire subito per vedere gli effetti tra un ventennio probabilmente. Certamente, quella dei tempi non può ritenersi un’obiezione seria al ritorno del nucleare in Italia.     Questo e molto altro nel nuovo libro di Umberto Minopoli, presidente AIN, nelle librerie e store online dal 26 maggio, disponibile anche su questo link.

ENS: Epskamp nuovo Segretario Generale

Lo scorso 2 giugno 2022, il Consiglio Direttivo della European Nuclear Society ha eletto Kirsten Epskamp come Segretario Generale. Epskamp era fino ad oggi Direttrice delle Operazioni e ricoprirà ufficialmente il suo nuovo ruolo dal 1 Luglio 2022. Il Segretario Generale uscente è Fernando Naredo, al quale tutta ENS si unisce per ringraziarlo per il suo instancabile servizio. L’Associazione Italiana Nucleare, membro italiano di ENS, si unisce agli auguri di buon lavoro a Kirsten!