La nuova strategia energetica adottata ieri dal governo di Bucarest prevede il raddoppio della capacità nucleare del Paese, con la costruzione di due nuove unità CANDU e il retro-fit delle due unità esistenti.
Lo ha annunciato il Ministro dell’Energia Virgil Popescu descrivendo i contenuti dell’Integrated National Plan for Energy and Climate Change, che analizza tutti gli aspetti interconnessi della sicurezza energetica, la decarbonizzazione, il mercato interno, la ricerca e la competitività tecnologica.
La Romania ad oggi si avvale di due reattori CANDU presso la centrale di Cernavoda, entrati in funzione rispettivamente nel 1996 e nel 2007 e che producono circa il 20% dell’attuale fabbisogno elettrico.
Il progetto di altre due unità è stato invece per lungo tempo bloccato.
La recente ratifica di numerosi accordi internazionali e la nuova strategia energetica sbloccherebbero finalmente la situazione, con la costruzione delle unità 3 e 4 (675 MW ciascuna) di Cernavoda rispettivamente entro il 2030 e il 2031.
Il piano prevede inoltre il retro-fit delle unità 1 (entro il 2028) e 2 (entro il 2037) al fine di estenderne le operazioni per un ulteriore trentennio.
Infine il piano prevede anche il completamento del reattore sperimentale raffreddato al piombo ALFRED entro il 2030. ALFRED è un reattore di progettazione italiana della potenza di 300 MW, tra i capofila dei prototipi di IV generazione.
Unitamente ad un incremento della capacità rinnovabile pari a 6 GW, il piano consentirebbe alla Romania di raggiungere i propri obiettivi energetici e ambientali fissati per il 2030.