COMUNICATO STAMPA
31/12/2020
Lo scorso 29 dicembre la Croazia è stata scossa da un terremoto di magnitudo 6.4, il più forte dal 1880. Il terremoto ha per ora provocato un bilancio di alcuni morti e decine di feriti, oltre che estesi danni materiali nelle località prossime all’epicentro.
La centrale nucleare di Krško, sita in Slovenia a circa 80 km dall’epicentro, ha effettuato uno scram(arresto automatico di emergenza) in seguito alla scossa. In nessuna fase della procedura di emergenza vi è mai stato alcun rilascio anomalo di radiazioni né alcun pericolo per l’ambiente e la popolazione, come prontamente verificato dagli organismi nazionali e internazionali competenti.
Alle ore 22 del 30 dicembre, in seguito all’ispezione minuziosa di tutti i sistemi e le componenti della centrale, l’impianto è stato riconnesso alla rete elettrica, non avendo subito alcun danno dal sisma.
Il sisma ha infatti provocato presso l’impianto nucleare di Krško accelerazioni del suolo (0.07 g) ben inferiori alla soglia di spegnimento sicuro.
Duole invece constatare che l’occasione è stata colta da qualche esponente politico italiano per lanciare l’ennesima campagna contro l’energia nucleare.
Grazie ai meticolosi protocolli di sicurezza vigenti a livello internazionale – in particolare in seguito all’incidente di Fukushima – che sono pubblici e facilmente accessibili, i sistemi di sicurezza della centrale hanno dunque funzionato come era lecito aspettarsi durante il sisma e l’impianto si è dimostrato resiliente.