Aggiornamenti dall’Ucraina

– aggiornato al 1 aprile – Il 31 marzo l’Ucraina ha informato la IAEA che le forze russe, che avevano preso il controllo di Chernobyl il 24 febbraio, hanno lasciato il sito ed è tornato nelle mani del personale ucraino. Ricordiamo che al personale era stata impedita la turnazione fino al 20 Marzo. Inoltre la IAEA ha dichiarato che non è stata in grado di confermare la notizia che forze russe abbiano ricevuto alte dosi di radiazioni all’interno della zona di esclusione di Chernobyl, come riportato da alcuni media. La IAEA sta cercando di raccogliere le informazioni necessarie per una valutazione indipendente della situazione. Il direttore Grossi nella sua missione nel Paese ha visitato uno dei reattori, ribadito la necessità di azioni urgenti che possano ridurre i rischi di incidenti nucleari e al contempo garantire il funzionamento delle centrali e dei siti nucleari. Non si tratta quindi solo di riunioni con esponenti del governo ma la IAEA sta fornendo anche supporto tecnico. Grossi durante la visita alla centrale South Ukraine ha incontrato il Ministro per l’Energia Galushchenko, il direttore dell’ente regolatore Korikov, il direttore Kotin dell’azienda Energoatom che opera i reattori e il direttore della centrale Polovych. Il 1 aprile poi il direttore generale Grossi ha incontrato il direttore generale di Rosatom, Likhachev e altri ufficiali russi in Kaliningrad, ed ha poi fatto ritorno al quartier generale IAEA in Vienna. Al momento 8 dei 15 reattori erano in funzione, di cui due nell’impianto di Zaporizhzhya controllato dalle forze russe.  

newcleo muove i primi passi

L’azienda nata pochi mesi fa ha recentemente concluso due passaggi importanti per il suo sviluppo. L’obiettivo? Progettare e realizzare reattori veloci al piombo, di piccola e media potenza, anche in grado di utilizzare il combustibile esausto. Ma partiamo dal principio. newcleo nasce nell’agosto 2021 con un capitale iniziale di 100 milioni di euro e l’acquisizione di Hydromine Nuclear Energy. Sin dal principio decide per una forte internazionalità, con una presenza in tre Paesi: il quartier generale a Londra, il centro di ricerca a Torino e una sussidiaria in Francia. Non solo risorse interne. È stato anche da poco stipulato un accordo con ENEA che prevede la costruzione di un prototipo non-nucleare del reattore al piombo che permetta di studiarne la termodinamica e meccanica. Operativamente verranno ristrutturati alcuni edifici, laboratori ed hall sperimentali già presenti nel centro di Brasimone – con una spesa che si prevede possa superare i 50 milioni in un periodo di oltre 10 anni. Una squadra di 25-30 ingegneri di newcleo lavorerà stabilmente presso questo setup sperimentale, e il gruppo di lavoro misto ENEA-newcleo permetterà il trasferimento e lo scambio di conoscenza, allineamento delle campagne sperimentali, mutua assistenza nel design, nelle simulazioni numeriche, nella costruzione di componenti, sistemi ed impianti. Ricordiamo che ENEA negli ultimi vent’anni ha accumulato esperienza e un ampio spettro di campagne sperimentali e studi nel settore del piombo liquido. Reattori di quarta generazione. newcleo lavora a uno dei sei design selezionati dal Generation IV Forum (GIF), anche detti reattori avanzati. In particolare si tratta degli LFR, Lead-cooled Fast Reactors: rispetto ai reattori convenzionali, qui i neutroni non sono moderati, cioè rallentati, ma rimangono veloci; inoltre non sono raffreddati ad acqua ma a piombo liquido. Less is more. Il mondo nucleare fino ad ora si è orientato su grandi impianti, la dimensione media di un reattore oggi funzionante è di 1’000 MW elettrici, ma ce ne sono anche di più grandi come ad esempio l’ultimo arrivato Olkiluoto 3 che è di 1’600 MWe. Invece in questo momento storico molte aziende si stanno orientando su reattori di piccola taglia, newcleo pensa a una versione da 30MWe, da usare per il trasporto navale e le comunità remote, e una da 200MWe – con orizzonti temporali ambiziosi: il primo reattore tra 7/10 anni. Un sogno a lungo termine. Tutte le tecnologie e l’esperienza che newcleo acquisirà nei prossimi anni hanno un obiettivo più grande: la realizzazione di un Accelerator Driven System, un progetto proposto dal premio nobel Rubbia, un reattore sottocritico e un acceleratore di protoni. Nuovi investimenti in arrivo. Dopo il primo Annual General Meeting del 21 marzo scorso, l’azienda vede un nuovo board e ha lanciato una nuova raccolta di 300 milioni di euro.   Maggiori informazioni sono disponibili sul sito newcleo.com

Nuclear Europe, Foratom: registrazioni aperte

L’edizione 2022 della conferenza Nuclear Europe si terrà in Helsinki (Finalndia) il 6 e 7 giugno. Fino al 22 Aprile sono aperte le registrazioni a prezzo ridotto, disponibile su questo link. Il tema di quest’anno è “Nuclear Journey to 2050” e il programma provvisorio prevede interventi di esponenti della Commissione Europea, ministri dell’economia e dell’industria europei, il direttore generale IAEA, e aziende come EDF, Rolls Royce SMR, Orano e centri di ricerca come SCK CEN. Tutte le informazioni sulla pagina ufficiale.

Operazione militare russa e centrali nucleari ucraine

(Aggiornato il 25 Marzo 2022) Nel febbraio 2022, la Russia ha lanciato una massiccia operazione militare contro l’Ucraina. Forze terrestri, con l’appoggio di aerei d’attacco al suolo ed elicotteri da combattimento, sono penetrate nel paese da nord (Bielorussia), da est lungo il confine russo, dalla Crimea e dal Mar Nero con una serie di operazioni anfibie e lanci di paracadutisti. Il 24 febbraio l’Ucraina ha informato l’AIEA che le forze russe avevano preso il controllo del sito nucleare di Chernobyl. Nelle prime ore del 4 marzo la centrale di Zaporizhzhia nel sud-est dell’Ucraina è diventata la prima centrale nucleare civile operativa teatro di uno scontro armato. Durante la notte alcuni proiettili hanno colpito un tunnel servizi all’interno del perimetro dell’impianto. Lo scontro armato vero e proprio è avvenuto all’ esterno della recinzione della security della centrale nucleare, danneggiando in modo importante un edificio convenzionale utilizzato come centro informazioni e addestramento. L’interno del sito e nessuna delle sei unità dell’impianto ha subito danni. Le forze russe hanno quindi preso il controllo dell’impianto. I sei reattori non sono stati interessati e non vi è stato alcun rilascio di materiale radioattivo. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) segue da vicino gli sviluppi nel paese per quanto riguarda i suoi impianti nucleari e fornisce aggiornamenti regolari sulla situazione. Di seguito riportiamo alcune informazioni di carattere generale riguardanti la tipologia degli impianti. Reattori in operazione in Ucraina Nome Modello Tipo di reattore Potenza di progetto (MW elettrici) Khmelnitski 1 VVER V-320 Acqua pressurizzata 950 Khmelnitski 2 VVER V-320 Acqua pressurizzata 950 Rivne 1 VVER V-213 Acqua pressurizzata 381 Rivne 2 VVER V-213 Acqua pressurizzata 376 Rivne 3 VVER V-320 Acqua pressurizzata 950 Rivne 4 VVER V-320 Acqua pressurizzata 950 South Ukraine 1 VVER V-302 Acqua pressurizzata 950 South Ukraine 2 VVER V-338 Acqua pressurizzata 950 South Ukraine 3 VVER V-320 Acqua pressurizzata 950 Zaporizhzhia 1 VVER V-320 Acqua pressurizzata 950 Zaporizhzhia 2 VVER V-320 Acqua pressurizzata 950 Zaporizhzhia 3 VVER V-320 Acqua pressurizzata 950 Zaporizhzhia 4 VVER V-320 Acqua pressurizzata 950 Zaporizhzhia 5 VVER V-320 Acqua pressurizzata 950 Zaporizhzhia 6 VVER V-320 Acqua pressurizzata 950 Si tratta di reattori costruiti tra gli anni ’70 e i primi anni 2000. Di seguito riportiamo alcune domande e risposte di carattere generale riguardanti la sicurezza e i possibili rischi per le popolazioni e l’ambiente legati al conflitto in corso. Domanda: È possibile che in seguito a un bombardamento di un reattore si verifichi un’esplosione nucleare? Risposta: No, non è possibile in quanto la composizione e distribuzione geometrica del combustibile non è tale da poter innescare in alcun caso un’esplosione nucleare. Inoltre, i reattori ad acqua pressurizzata (a differenza di una bomba) rispondono intrinsecamente ad un aumento istantaneo (gradino) di potenza disinnescando la reazione a catena. Quello che è possibile è che una serie di bombardamenti mirati creino un danneggiamento a componenti contenenti materiale radioattivo. Domanda: È possibile che in seguito a un bombardamento si verifichi un’altra Chernobyl? Risposta: No, non è possibile. A Chernobyl, a seguito della disintegrazione del nocciolo, è intervenuto un vasto incendio della grafite (il “moderatore” utilizzato in quella specifica tipologia di impianto) che ha comportato, per la totale assenza di un dedicato edificio di protezione, un rilascio diretto nell’atmosfera, fino ad alta quota, di quantità notevoli di sostanze radioattive, superiori all’incidente di Fukushima, spinte anche dal calore e dalla durata dell’incendio2. I reattori attualmente installati e operativi in Ucraina sono di tipologia totalmente diversa, ad acqua pressurizzata (v. tabella sopra), sono dotati di successive barriere di contenimento (in particolare, di un edificio dedicato di protezione) e non contengono grafite (materiale infiammabile). Domanda: il sito di Zaporizhzhia ospita 6 centrali nucleari; può accadere che un incidente in uno dei reattori si propaghi a catena agli altri, moltiplicando l’effetto per 6? Risposta: ogni reattore è ospitato in un edificio separato dagli altri, con sistemi di sicurezza indipendenti, perciò la probabilità che un incidente anche grave in un singolo reattore si propaghi agli altri è nulla. Può esserci un’interazione se più edifici sono danneggiati. Domanda: Possono accadere incidenti con rilascio di sostanze radioattive? Risposta: I reattori oggi operativi in Ucraina, di concezione completamente diversa rispetto ai reattori del tipo di Chernobyl e analoga ai reattori diffusi nel mondo occidentale, presentano barriere fisiche specifiche e dedicate, assenti nei reattori del tipo di Chernobyl, a contenimento del refrigerante/moderatore, che in questi reattori è acqua. Questo significa che per mettere in comunicazione con l’atmosfera il “nocciolo” contenente il combustibile nucleare (in cui è concentrata la radioattività) è necessaria un’esplosione dall’esterno molto potente, in grado di distruggere tutte le barriere, di grande spessore, di cemento e acciaio. Una tale detonazione dovrebbe avvenire con un’azione di grandissimo impatto e deliberata. Per dare un’idea, l’edificio del reattore, almeno per le unità più recenti (come il VVER1000 V-320) è progettato per resistere anche all’ impatto con un aereo3. Azioni militari “tradizionali” e mirate potrebbero invece mettere fuori uso i sistemi di raffreddamento del nocciolo, anche quelli di emergenza, nel qual caso, se non si intervenisse prontamente con sistemi di refrigerazione del nocciolo, si potrebbe verificare una situazione simile a Fukushima, con surriscaldamento del nocciolo stesso e conseguente rilascio di sostanze radioattive. È però di grande importanza ricordare che la quasi totalità dei reattori nucleari oggi in esercizio nel mondo, compresi quelli ucraini, prevede la serie di barriere sopra citata, realizzate secondo il principio della cosiddetta “difesa in profondità”, di cui fanno parte anche sistemi di raffreddamento d’emergenza, per cui la fusione o esposizione del nocciolo avviene soltanto a seguito del fallimento di tutte le barriere precedenti, un evento di probabilità assolutamente remota, anche nel quadro di teatri operativi bellici “tradizionali”. Domanda: A Chernobyl funzionano ancora dei reattori nucleari? Risposta: No, l’ultimo reattore di Chernobyl, della tipologia RBMK, cioè della tecnologia utilizzata nel reattore che fu oggetto del tragico incidente dell’aprile 1986, è stato spento nel 2000. Anche gli altri impianti dello stesso tipo presenti in Ucraina sono stati tutti fermati da decenni, allo scopo di prevenire rischi di incidenti analoghi a quello avvenuto…

L’Europa è pronta a ridare fiducia al nucleare?

Può la situazione geopolitica dare l’assist che mancava all’energia nucleare in Europa? Sempre più spesso -anche sui mass media italiani!- sentiamo finalmente parlare di ritorno al nucleare. Naturale: come scartare una fonte a basse emissioni di CO2, concentrata, sicura, poco dipendente dal prezzo del combustibile, stabile ed affidabile? Qualche nazione, come l’Italia, lo declina in investimenti nel nucleare di nuova generazione o in centrali nei Paesi vicini; qualcuno invece lo declina come accelerazione sui nuovi reattori o come salvataggio delle centrali già in funzione. Vi proponiamo una piccola carrellata delle notizie internazionali. Svizzera. Un sondaggio a cura di Demoscope commissionato dal Nuclear Forum svizzero mostra che il 44% della popolazione è “molto favorevole” a continuare ad utilizzare l’energia nucleare, e molti sono contro la normativa che impedisce la costruzione di nuovi impianti. Il 49% degli intervistati pensa che la popolazione dovrebbe avere il diritto di decidere di volta in volta se costruire una nuova centrale. Repubblica Ceca. La compagnia energetica di Stato lancia una gara per scegliere il fornitore di un nuovo reattore presso l’impianto di Dukonavy nel sudest del Paese, che conta già 4 reattori VVER in operazione dagli anni ’80. Oltre a queste ci sono altre due unità VVER-1000 in Temelin: in totale forniscono il 37% dell’elettricità nazionale. La costruzione dovrebbe iniziare nel 2029 ed essere completata nel 2036, con un costo stimato di circa 6mld€: la previsione è di un reattore di generazione III+ con capacità installata massima di 1200MW. Le concorrenti al momento sono tre: la francese EDF, la sud coreana Korea Hydro & Nuclear Power, e la statunitense Westinghouse. Le compagnie di Stato russe e cinesi sono state escluse per questioni di sicurezza. Belgio. Il primo ministro De Croo venerdì scorso ha dichiarato: “Il governo federale ha deciso di prendere i necessari provvedimenti per estendere la vita di due reattori nucleari di dieci anni.” I reattori sono Doel-4 e Tihange-3. De Croo ha aggiunto: “Questa estensione rafforzerà l’indipendenza del nostro Paese dai combustibili fossili in una situazione geopolitica turbolenta. Per troppo tempo al nostro Paese è mancata una visione di lungo termine, questo ha causato molta incertezza. La nostra scelta odierna risponde a tale mancanza.” La decisione del graduale phase-out risale al 2003. UK. Secondo il Financial Times, il primo ministro Boris Johnson sta considerando la possibilità di estendere la vita del reattore Sizewell B di 20 anni. Sizewell B è l’unico degli 11 reattori britannici che continuerà a generare energia dopo la fine del decennio: in funzione dal 1995, è un PWR da 1’198MW – fornendo circa il 3% dell’elettricità del Paese. Bulgaria. Il ministro dell’energia lavora per la rapida costruzione di almeno un nuovo reattore nel Paese, molto probabilmente nel sito di Kozloduy. Potrebbe essere pronto tra il 2028 e il 2030, ed è stata menzionata la possibilità di un secondo nuovo reattore nello stesso sito.