La politica italiana fa dei passi avanti?

Come sappiamo, in questi mesi il tema dell’energia nucleare è tornato nelle discussioni pubbliche: oggi riportiamo le due novità più recenti. Azione aveva già lo scorso mese annunciato la sua proposta sul nucleare: installare entro il 2050 40 GW con reattori a fissione di nuova generazione, dalla III+ in avanti. Si legge sulla loro proposta infatti: “Ipotizzando una potenza media di 5 GW per centrale (indicativamente con 3-4 reattori a centrale, a seconda della taglia unitaria), sarebbero necessarie 8 centrali (a titolo di esempio, in Francia sono oggi in esercizio 18 centrali per complessivi 56 reattori).” Ed è del 28 Aprile la notizia dell’intenzione di far partire una legge d’iniziativa popolare proprio per l’apertura di queste 8 centrali, quindi con una raccolta firme nazionale. Calenda ha infatti dichiarato al Messaggero che per slegarsi rapidamente dal gas russo bisogna: «nel breve periodo, riattivare la piena potenza delle centrali a carbone e prendere il gas dove c’è, senza mettere veti come quelli avanzati da Letta sul gas egiziano. Nel medio periodo, non c’è alternativa, per l’indipendenza energetica, alla ripartenza del nucleare».   Inoltre Più Europa nella sua Assemblea ha deciso che: Per quanto riguarda il medio-lungo periodo, l’Assemblea di +Europa sostiene la necessità di procedere alla diversificazione del nostro mix energetico valutando con attenzione tutte le opzioni che non facciano arretrare nella lotta contro i cambiamenti climatici, dalle rinnovabili all’idrogeno verde e al nucleare, e invita la segreteria a mettere in campo iniziative di approfondimento e confronto su questo tema.    

Fukushima e il rilascio dell’acqua

Oggi è stato pubblicato il primo rapporto della task force della IAEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, il cui obiettivo è validare la politica giapponese per il rilascio dell’acqua bonificata dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Questo rapporto raccoglie i risultati iniziali della prima missione di revisione della Task Force presso la Tokyo Electric Power Company (TEPCO) giapponese, l’operatore della centrale nucleare di Fukushima Daiichi e il Ministero dell’economia, del commercio e dell’industria (METI) nel febbraio 2022. Il direttore generale Rafael Mariano Grossi ha accolto con favore questo report preliminare. “Il Giappone ha compiuto progressi significativi nei suoi preparativi e la Task Force è soddisfatta che TEPCO e METI abbiano identificato le fasi successive appropriate per lo scarico dell’acqua previsto per il 2023“, ha affermato. “Il lavoro proseguirà in modo che la Task Force possa fornire le sue conclusioni prima del rilascio”. Il Giappone aveva infatti annunciato l’anno scorso di voler rilasciare in mare l’acqua (trattata) immagazzinata presso l’impianto di Fukushima Daiichi per un periodo di circa 30 anni e ha chiesto all’IAEA di revisionare il piano rispetto ai suoi standard di sicurezza che “riflettono un consenso internazionale e fungono da riferimento per la protezione delle persone e dell’ambiente dagli effetti nocivi delle radiazioni ionizzanti”. In parte utilizzata per raffreddare il combustibile nucleare fuso a Fukushima, l’acqua viene trattata e purificata attraverso il sistema ALPS (Advanced Liquid Processing System) ed è stata quindi immagazzinata in circa 1000 serbatoi nel sito. ALPS rimuove la maggior parte della contaminazione radioattiva, ad eccezione del trizio. La capacità totale di stoccaggio dei serbatoi in loco ammonta a circa 1,37 milioni di metri cubi e tutti i serbatoi dovrebbero essere pieni intorno alla metà del 2022. I Paesi vicini hanno mostrato preoccupazione per il pianogiapponese, ma la IAEA ha affermato che il livello di trizio nell’acqua sarà “ben al di sotto dei limiti normativi nazionali e degli standard dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per l’acqua potabile”.   Il rapporto include una sintesi delle attività di revisione e valutazione della Task Force su una serie di argomenti quali le caratteristiche dell’acqua trattata tramite ALPS, gli aspetti relativi alla sicurezza del sistema costruito per scaricare l’acqua, l’impatto radiologico sull’ambiente valutazione, il controllo normativo, i programmi di monitoraggio della sorgente e dell’ambiente, la radioprotezione per gli operatori e il coinvolgimento delle parti interessate. Le fasi successive della revisione prevedono alcuni chiarimenti e discussioni necessari per alcune aree chiave e saranno svolte in contemporanea ai preparativi giapponesi. Inoltre, TEPCO e METI hanno compiuto sforzi significativi nella consultazione e nella comunicazione con le parti interessate e con il pubblico su questa attività di rilascio delle acque trattate. “La Task Force ha evidenziato l’efficace cooperazione con le controparti giapponesi, che ha permesso di trasmettere in modo chiaro e tempestivo i risultati della missione di revisione alla comunità internazionale” ha affermato Gustavo Caruso, Direttore presso il Dipartimento di nuclear safety and security e Presidente della Task Force. Il rapporto della Task Force è il primo di una serie: infatti si prevedono altre missioni in Giappone nei prossimi mesi e anni.     da IAEA

ERMSAR 2022 – European Review Meeting on Sever Accidents Research

A Karlsruhe (Germania) dal 16 al 19 Maggio 2022 si terrà il decimo European Review Meeting on Severe Accidents Research. Sono previsti sconti per studenti magistrali e di dottorato, tutti i dettagli su questa pagina, ed è possibile seguire in remoto. Il programma completo della conferenza sarà disponibile a breve, ed è prevista una visita tecnica al KIT.   Per maggiori dettagli, visitare il sito ermsar2022.com  

Webinar: Meeting Climate Change Targets: The Role of Nuclear Energy, NEA

In questo webinar la Nuclear Energy Agency esplorerà il ruolo delle tecnologie nucleari e delle loro applicazioni per raggiungere il net zero, obiettivo ormai riconosciuto a livello mondiale. I governi di tutto il mondo stanno cercando di decarbonizzare rapidamente le loro economie garantendo al contempo la sicurezza dell’approvvigionamento energetico. Come sottolineato nell’ultimo rapporto dell’IPCC, il raggiungimento di net zero entro il 2050 richiederà un ruolo sempre più centrale per l’energia nucleare come parte di un mix diversificato di tecnologie a basse emissioni di carbonio. Questo webinar per il lancio della nuova pubblicazione NEA Meeting Climate Change Targets: The Role of Nuclear Energy conterrà contributi da leader di governo, la presentazione e discussione dei risultati chiave del rapporto.   Appuntamento a martedì 3 maggio dalle 14 alle 15:30, il programma completo è disponibile su questo link, per registrarsi è sufficiente seguire questo link.

Cina: il nuovo big player?

La Cina oggi ha 54 reattori commerciali in funzione che forniscono circa il 5% dell’elettricità nazionale, per un totale di 51GW. L’obiettivo del precedente piano quinquennale era di avere 58GW entro il 2020, ma questo non ferma il Governo: infatti è stato da poco approvato il nuovo piano 2021-2025 che prevede di arrivare a 70GW di potenza nucleare installata. L’obiettivo è di arrivare al 2025 con un consumo energetico da fonti non fossili al 20% e produzione energetica al 39%. Sedici unità sono già in costruzione e sei nuovi reattori sono stati appena approvati dalla Commissione per lo Sviluppo Nazionale, ma alcune di queste unità devono ancora ottenere l’approvazione del Consiglio di Stato. Questi reattori andranno ad aggiungersi a centrali già esistenti: in particolare due unità verranno aggiunte sia a Sanmen che a Haiyang, entrambe ospitanti 2 AP1000 in funzione da fine 2018 o inizio 2019. Gli AP1000 sono reattori di Generazione III+ ad acqua con produzione elettrica nominale di 1’100 MW, e sono caratterizzati dall’implementazione di maggiori misure di sicurezza passiva.