Pubblichiamo questo ricordo di Giorgio Trenta, consigliere di Associazione Italiana Nucleare recentemente scomparso, firmato dal prof. Renato Angelo Ricci, Presidente Onorario AIN.

Ricordare Giorgio Trenta, che ci ha lasciati domenica 4 ottobre, è ricordare non solo una figura di rilievo nell’ambito della comunità scientifica dedita alla vocazione medico-sanitaria corroborata dai fondamenti della fisica ma anche un combattente, paziente e discreto ma deciso, garbato e coscienzioso ma fortemente consapevole, della causa della libertà e dignità della Scienza.

Presidente dell’AIRM (Associazione Italiana di Radioprotezione Medica) dal 1994 al 2013, membro e consigliere dell’AIRP (Associazione italiana di Radioprotezione) membro e consigliere autorevole dell’AIN (Associazione Italiana Nucleare) e dell’Associazione Galileo 2001 per la libertà e la dignità della Scienza, era altresì membro della Società Italiana di Fisica dal 1990.

Si era laureato a pieni voti in Fisica presso l’Università di Torino e in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Roma specializzandosi in Medicina del Lavoro. Già direttore della Divisione di Radio-Protezione dell’ENEA-DISP (poi ANPA, APAT; ISPRA) ha svolto attività di ricerca e consulenza presso varie Istituzioni italiane ed estere. Dirigente ed Associato di ricerca in particolare dell’INFN ha svolto numerosi incarichi di controllo e organizzazione oltre che di docenza presso varie sezioni ed Università con compiti importanti di medico autorizzato meritando l’apprezzamento unanime per la sua cultura, le sue competenze specifiche e la sua preziosa disponibilità di esperto e di consulente.

Nell’ambito dell’AIN e dell’Associazione Galileo 2001 era considerato la persona di riferimento per le informazioni e i pareri relativi ai problemi di radioprotezione e di sicurezza nucleare come dimostrano le sue valutazioni e le puntuali osservazioni durante e dopo l’incidente di Fukushima, a seguito dello tsunami in Giappone. Significativo al riguardo il seminario che lui tenne alla Sapienza a Roma nel marzo 2015 su: ”Le conseguenze sanitarie dell’incidente di Fukushima, quattro anni dopo”, organizzato con grande solerzia e intelligenza dal compianto Gian Vittorio Pallottino sotto l’egida di Galileo 2001.

E’ stato, insieme con Enzo Righi e Giuliano Moschini, l’anima della eccellente scuola di specializzazione a Bressanone (Corso avanzato di Radioprotezione Medica) creata mediante la collaborazione dell’INFN e dell’Università di Padova e divenuta “il punto più alto – cito le sue parole nel ricordo che egli stesso scrisse in occasione prima della morte di Righi e poi di quella di Moschini – di formazione in questa disciplina per i medici che svolgono l’attività di sorveglianza medica della Radioprotezione”. Io stesso vi ho partecipato più volte come docente e per me sono state occasioni non solo di impegno gratificante, in quello straordinario ambiente e decoro montano, ma anche di rafforzamento della nostra personale amicizia e della reciproca simpatia e stima.

Il suo ricordo pertanto, pur essendo doloroso per la perdita di un altro caro amico, resta come un esempio di coerenza e di consapevole connessione tra la competenza e l’onestà professionale e la coscienza di svolgere compiti significativi per l’affermazione non facile di una scienza rivolta allo sviluppo di una conoscenza libera e benefica non vincolata agli opportunismi e alle posizioni di comodo e a quella che egli chiamava “l’occupazione incompetente e prepotente dei ruoli”.

Giorgio Trenta ne era un assertore convinto e il suo ricordo diventa un messaggio sincero.

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