Ecco la nostra intervista all’Ing. Luca Capriotti, giovane ricercatore italiano presso l’Idaho National Laboratory, eletto nel marzo scorso alla presidenza dell’IYNC e componente della AIN-Italian Nuclear Young Generation.
Luca, innanzitutto cosa vuol dire per te presiedere un’organizzazione come la IYNC?
Un grande onore e una grande responsabilità. È un’ esperienza formativa di leadership ed espansione del network personale che mi permette di ampliare le conoscenze del panorama globale del nucleare. La IYNC è una grande famiglia che collabora allo scopo di promuovere, formare e far connettere la futura classe di leader nel settore nucleare a livello globale. Rappresenta, ogni volta, un’ esperienza stimolante di interazione con colleghi e amici provenienti da tutto il mondo.
Quali sono le principali sfide per l’IYNC dopo il successo del congresso di Bariloche?
Dalla IYNCWIN18 a Bariloche (Argentina) è partito un messaggio chiaro: innovare. Innovare l’industria nucleare grazie all’energia dei giovani, pensando non solo alle tecnologie, ma anche all’ approccio alla comunicazione, che deve coinvolgere chi si trova al di fuori della nostra comunità. Innovare significa inoltre sviluppare attività che supportino la missione della IYNC al di là del congresso e aggiungano valore alla comunità delle YGN (Young Generation Network). L’organizzazione del congress (ogni due anni) è sempre una sfida eccitante; l’IYNC2020, che si terràa Sydney nel marzo 2020, sarà dedicato a un tema originale e di forte ispirazione: “Diversity in Nuclear”.
Vedendo la nuova composizione della vostra struttura operativa, abbiamo notato che sarà dedicata particolare attenzione alle attività di comunicazione/relazioni esterne. Puoi svelarci qualcosa in più?
Negli ultimi due anni abbiamo posto le basi per lo sviluppo di nuovi strumenti come la newsletter e l’app utilizzata in occasione dell’ultimo congress. Vogliamo continuare su questa strada incrementando la nostra presenza sui vari social media e pensando anche alla geopolitica del nucleare civile, espandendoci ad esempio in Cina.
Per quanto riguarda le relazioni esterne, l’IYNC ha stretto partnership con diverse organizzazioni che condividono con noi missioni e valori (come IAEA e Women in Nuclear Global). Una nostra prerogativa sarà quella di sviluppare sempre più, con queste organizzazioni, attività comuni nei prossimi anni.
Hai da subito aderito, con entusiasmo e partecipazione, alla nuova Young Generation italiana promossa dall’AIN. Quale pensi possa essere il contributo della nostra YG all’interno del dibattito internazionale?
L’Italia e le sue giovani generazioni sono molto ammirate a livello internazionale per il know-how nel settore.
I giovani che costruiscono una carriera nel nucleare possono trarre benefici e supportare il panorama nucleare globale. La AIN-INYG è uno strumento importante per connettere I giovani professionisti, a livello nazionale ed internazionale, e per offrire opportunità formative oltre che un aggiornamento costante sullo scenario internazionale.
Come molti tuoi colleghi italiani, dopo aver completato la formazione nel nostro Paese, hai scelto di lavorare all’estero. Credi che questo trend si possa invertire? Cosa si dovrebbe fare, a tuo giudizio, per convincere i nostri migliori talenti a rimanere o ritornare?
Non mi reputo un cervello in fuga. La mia scelta di trasferirmi all’estero non è nata da necessità, ma dal desiderio di conoscere realtà diverse e nuove rispetto all’Italia. A mio giudizio, i provvedimenti attuati dagli scorsi governi non hanno avuto l’impatto sperato nel far rimanere o far ritornare I migliori talenti. Credo che occorra una volontà effettiva di riformare la cultura, offrendo ai giovani la possibilità di far parte dei processi decisionali e di cambiamento con la loro energia. Inoltre, sono a mio giudizio necessari un sistema basato su remunerazioni competitive a livello europeo / globale e benefici e promozioni basati su merito e performance.
Come vengono valorizzati negli Stati Uniti – Paese nel quale vivi e lavori – i giovani professionisti stranieri? E che consiglio potresti dare a un ragazzo che si sta laureando, oggi, nelle nostre università?
Il percorso formativo in azienda è valorizzato come strumento per far crescere i giovani assunti ( attraverso, ad esempio, corsi di leadership, nuove conoscenze, soft skills). C’è libertà di esplorare nuovi interessi e proporre le proprie idee, vedendole realizzate, se valide, grazie al proprio lavoro. Per concludere, ho un consiglio da dare ai giovani che si affacciano al settore:avere il coraggio di provare nuove esperienze e di proporre le proprie idee. Allo stesso tempo, è necessario saper conoscere e valutare bene le opportunità che si presentano, basandosi sui propri punti di forza. Bisogna essere pronti a raccogliere ogni nuova sfida senza avere timore di sbagliare, fallire o cambiare idea.