Il Korean Atomic Energy Research Institute (KAERI) e Samsung Heavy Industries hanno siglato un accordo per la ricerca e lo sviluppo di piccoli reattori modulari (SMR) per la propulsione navale e per la produzione di energia off-shore.
In particolare, oggetto della ricerca sarebbero i reattori a sali fusi (Molten Salt Reactor, MSR) che nelle intenzioni di Samsung Heavy Industries potranno rappresentare un punto di svolta nella transizione del trasporto marittimo verso l’uso di energia a basse emissioni.
L’accordo di coperazione include lo sviluppo e la verifica delle prestazioni della soluzione tecnologica scelta, lo sviluppo di un modello di business e la valutazione economica della produzione di energia nucleare off-shore e della propulsione nucleare per navi mercantili.
Parallelamente, Samsung Heavy Industries è già impegnata nella ricerca di alternative ai combustibili fossili nel trasporto commerciale marittimo, quali l’ammonia e l’idrogeno.
Il trasporto marittimo è uno dei settori più difficili da decarbonizzare e causa da solo il 2.5% delle emissioni globali, con prospettive di crescita al 2050 (sia in termini assoluti che relativi) se non verranno individuate soluzioni alternative.
Già nel 2020, la Kepco Engineering & Construction Company e Daewoo Shipbuilding & Marine Engineering avevano siglato un Memorandum of Understanding per lo sviluppo di reattori nucleari off-shore. Simili piani di sviluppo sono stati avviati dalla Cina, mentre la prima centrale nucleare galleggiante russa, la Akademik Lomonosov, dal dicembre 2019 fornisce energia ad un insediamento minerario isolato della Siberia.
La propulsione nucleare inoltre è ampiamente utilizzata per i vascelli militari e per i rompighiaccio, e in passato trovò alcune applicazioni anche per il trasporto mercantile, che però si dimostrarono, per quei tempi, antieconomiche.