Secondo l’ultimo report della International Energy Agency (IEA), dovremmo raddoppiare la produzione di energia da nucleare entro il 2050 per arrivare agli obiettivi di emissioni che ci siamo posti e contemporaneamente assicurare la sicurezza ed indipendenza energetiche necessarie alle Nazioni.

L’energia nucleare, con i suoi 413 GW in 32 Paesi, contribuisce ad entrambi questi obiettivi evitando 1.5 gigaton di emissioni e 180 miliardi di metri cubi di gas ogni anno. Si prevede che eolico e solare fotovoltaico spingeranno fortemente la sostituzione dei combustibili fossili, ma come sappiamo devono essere necessariamente integrati e supportati da sorgenti energetiche dispacciabili.
 
Il decennio che seguì la crisi del petrolio del 1973 vide l’inizio della costruzione di quasi 170GW di impianti nucleari, che ancora oggi rappresentano il 40% della potenza nucleare installata. Nell’ultimo decennio invece, la nuova potenza installata è arrivata a soli 56GW.
 
Secondo la IEA il graduale riconoscimento della potenzialità del nucleare da parte della politica è un segnale positivo e reale e ci fa sperare in un reale ritorno del nucleare.
 
Uno degli argomenti trattati è l’estensione della vita degli impianti come parte indispensabile per la riduzione dei costi.
Circa 260GW (cioè il 63%) degli impianti nucleari odierni hanno più di trent’anni e si avvicinano alla scadenza della loro autorizzazione iniziale. Nonostante alcuni sforzi degli ultimi tre anni di estendere la vita di alcuni impianti (che rappresentano il 10% del totale), il parco nucleare al momento operativo nelle economie avanzate potrebbe ridursi di un terzo entro il 2030.
Nello scenario ipotizzato da IEA, la vita di oltre metà di questi impianti viene estesa, riducendo la necessità di potenza aggiuntiva fino a 200GW. Inoltre il costo del capitale per molte delle estensioni è circa di 500-1100 USD per kW nel 2030, portando ad un LCOE (levelised cost of electricity) molto sotto o 40 USD per MWh – competitivo addirittura con solare ed eolico in molte regioni!
 
Riporta anche del ruolo fondamentale che gli Small Modular Reactors possono dare all’industria. Gli SMR sono reattori piccoli sia in dimensione che in potenza erogata (sotto i 300 MW) e modulari nel senso di fabbricabili in serie e trasportabili – proprietà che si prevede possano abbassare costi e tempi di installazione. Molte nazioni stanno maturando un sempre crescente interesse per questi SMR, che possono essere di diverse tipologie, tra le quali Francia, UK, USA e Canada.
È possibile che gli SMR riutilizzino anche gli impianti a combustibili fossili in dismissione, sfruttando le linee di trasmissione già esistenti, le acque di raffreddamento e personale specializzato.
 
Faith Birol, direttore, ha commentato: “Nel contesto odierno di crisi energetica globale, prezzi dei combustibili fossili alle stelle, la sicurezza degli approvvigionamenti minacciata e obiettivi climatici ambiziosi, credo che si sia creata un’opportunità unica per un ritorno del nucleare. Ma una nuova era per il nucleare non è assolutamente garantita”
 
Infatti dipenderà dalla capacità dei governi di mettere a terra politiche di lungo termine – sia dal punto di vista dei finanziamenti che della regolamentazione, e dall’industria nucleare (soprattutto occidentale) di migliorare la capacità di costruire in tempo e senza aumenti di costo gli impianti.
 
 
La IEA infine ha formulato le sue raccomandazioni:
  • estendere la vita degli impianti esistenti, in modo che possano continuare ad operare in sicurezza quanto più a lungo possibile
  • fare in modo che i mercati elettrici valorizzino la potenza dispatchable a basse emissioni, compensando il nucleare in modo competitivo e non discriminatorio, riconoscendo l’assenza di emissioni e il forte supporto nel mantenere al sicuro la distribuzione di energia elettrica, incluso ad esempio la disponibilità di potenza e il controllo delle frequenze.
  • creare frameworks per supportare i nuovi reattori, frameworks finanziari e di gestione del rischio che possano muovere investimenti ad un costo accettabile
  • promuovere una regolamentazione in materia di sicurezza efficiente ed efficace, assicurandosi che gli enti regolatori abbiano risorse e capacità sufficienti ad esaminare rapidamente progetti e design nuovi, sviluppare criteri di sicurezza armonizzati, coinvolgere potenziali nuovi sviluppatori e il pubblico
  • implementare soluzioni per lo stoccaggio dei rifiuti nucleari, coinvolgendo anche i cittadini per l’approvazione e la costruzione di depositi per rifiuti ad alta attività
  • accelerare lo sviluppo e l’installazione di small modular reactors, identificando i settori dove possano essere una soluzione efficace ed economica per elettricità, calore e idrogeno e supportando gli investimenti in progetti dimostratori e nella catena di approvigionamento
  • rivalutare i piani sulla base delle performance, per aiutare l’industria nucleare ad installare progetti sicuri senza ritardi e costi aggiuntivi

 

Consigliamo la lettura dell’intero report a questo link.

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