Si è svolta ieri, 16 luglio, l’edizione 2020 della Giornata di Studio dell’Associazione Italiana Nucleare (AIN), con un webinar dedicato alla chiusura del ciclo nucleare italiano.
L’evento digital – aperto da Umberto Minopoli, Presidente AIN, e moderato da Raffaella Di Sipio del Consiglio Direttivo AIN – è stato un momento di approfondimento e confronto con Sogin, la società pubblica responsabile del decommissioning e della gestione dei rifiuti radioattivi, sulle sue attività di mantenimento in sicurezza e smantellamento degli impianti nucleari, con un focus su strategie, best practices e innovazione.
Primo intervento della Giornata è stato quello dell’Amministratore Delegato di Sogin, Emanuele Fontani, che ha presentato il nuovo piano a vita intera elaborato dalla Società che mira a una maggior efficienza e a un rilancio delle attività di decommissioning dei nove siti nucleari, garantendone i tempi prefissati dal precedente. Il piano adotta un nuovo approccio strategico basato principalmente su: l’integrazione delle soluzioni, sia progettuali che tecnologiche, adottate nei piani di smantellamento dei diversi siti; il riallocamento delle risorse in base all’avanzamento delle attività; la minimizzazione dei rischi e lo sviluppo tecnologico. Per la sua implementazione Sogin sta finalizzando anche il nuovo piano industriale 2020-2025 che traccerà le linee manageriali e operative per il prossimo futuro. L’AD Sogin ha, infine, delineato lo scenario di evoluzione della Società caratterizzato dalla necessità di garantire il trasferimento intergenerazionale del know-how e dal progressivo sviluppo, con l’avanzare del decommissioning nucleare, delle attività di mercato nel settore delle bonifiche ambientali e del project management.
A seguire, Francesco Troiani, Direttore Sviluppo e Innovazione Tecnologica di Sogin, ha evidenziato come i progetti di decommissioning presenti nel piano a vita intera siano stati ridefiniti sulla base delle migliori esperienze internazionali. A riguardo, si è tenuto conto delle raccomandazioni e dei suggerimenti indicati nelle review svolte dagli esperti dell’International Atomic Energy Agency che hanno comunque confermato come l’Italia, con Sogin, stia adottando un approccio “solido” al programma di decommissioning nucleare. È stato inoltre ricordato che Sogin ha attivato nell’ultimo periodo collaborazioni per lo scambio di esperienze con i principali partner europei di settore.
Con il successivo intervento di Lucia Paradiso, task manager del sito di Rotondella, è stato illustrato il progetto, autorizzato di recente dall’Autorità di controllo ISIN, per lo stoccaggio a secco del combustibile Elk River. L’attività prevede il trasferimento degli elementi di combustibile presenti nella piscina dell’impianto all’interno di appositi contenitori, denominati cask, che saranno stoccati nei depositi temporanei del sito in attesa della loro futura sistemazione nel Deposito Nazionale.
A chiudere la sessione mattutina Fabrizio Speranza, Direttore Programmazione, Controllo & ICT di Sogin, che ha raccontato la forte spinta all’innovazione della Società, presentando il nuovo sistema informatico, in fase di implementazione, per la gestione dei rifiuti radioattivi integrato con la tecnologia blockchain, pubblica e permissionless. A riguardo, è in corso la call for innovation “SARR – Soluzioni Avanzate per i Rifiuti Radioattivi” rivolta a startup e PMI innovative, lanciata da Sogin con il duplice obiettivo di rafforzare la digitalizzazione dei processi e contribuire allo sviluppo sostenibile.
La sessione pomeridiana è stata dedicata alle presentazioni delle esperienze internazionali di giovani manager e ricercatori italiani aderenti alla AIN – Italian Nuclear Young Generation (AIN – INYG). Sono intervenuti Riccardo Rossa, ricercatore presso il Belgian Nuclear Research Center, Antonio Froio e Roberto Bonifetto del Politecnico di Torino, Fidelma Di Lemma, ricercatrice presso l’Idaho National Laboratory e Valerio Mascolino del Virginia Tech.