Lanciamo oggi una serie di approfondimenti sugli usi della scienza e tecnologia nucleare. Mentre nell’immaginario comune la parola nucleare richiama quasi esclusivamente l’uso energetico o, nei casi peggiori, bellico di questa tecnologia, essa trova in realtà impiego nei settori più disparati. Cominciamo forse da quello meno noto al grande pubblico, ovvero la conservazione del patrimonio culturale.

Tutti sappiamo quanto sia importante per ogni Nazione preservare il proprio patrimonio culturale. Tuttavia, gran parte di questo patrimonio è spesso esposto a processi di degradazione, siano essi di natura interna o esterna, che tendono col tempo a ridurne la fruibilità e, senza adeguati e periodici interventi, ne possono causare la perdita totale ed irrimediabile.

Tradizionalmente i metodi più utilizzati a tale scopo prevedono interventi tramite agenti chimici o fisici. Entrambi questi approcci hanno però dei lati negativi: gli agenti chimici possono lasciare tracce indesiderate sul manufatto e alterarne la natura, mentre gli agenti fisici possono danneggiarlo.

Recentemente vanno sempre più diffondendosi tecniche d’intervento che utilizzano le radiazioni nella disinfestazione e il restauro di oggetti ed elementi artistici e culturali. Sebbene questa tecnologia non sia nuova in quanto disponibile da decenni, spesso è tuttora poco conosciuta e snobbata dai professionisti del restauro, anche per la paura immotivata riguardo al suo utilizzo.

Uno dei metodi più utilizzati è l’irraggiamento gamma dei manufatti al fine di eliminare aggressori biologici quali funghi, batteri o insetti infestanti. La radiazione gamma è radiazione ionizzante nello spettro a più alta frequenza della radiazione elettromagnetica. Essa consiste in fotoni ad altissima energia, particelle con comportamento ondulatorio emesse da una sorgente appropriata, come il cobalto-60.

Alle dosi utilizzate nel campo della conservazione e del restauro, i raggi gamma interagiscono senza alcun contatto fisico tra lo strumento e il manufatto inibendo la riproduzione degli agenti microbici e infestanti.

Moltissimi manufatti, dai libri e gli strumenti musicali, fino ai dipinti e agli elementi architettonici, possono essere trattati con successo tramite l’irraggiamento.

La Mummia di Ramses II in Egitto, alcuni manufatti di bronzo in Croazia e l’iconostasi di una chiesa del villaggio di Izvoarele, in Romania, sono alcuni esempi di interventi.

L’iconostasi della chiesa di Izvoarele, Romania, risalente al XIX sec. e recuperata tramite irraggiamento (foto A. Socolov/Horia Hulubei National Institute of Physics and Nuclear Engineering, da IAEA).

Quest’ultima era fortemente deteriorata dalla presenza di tarli. I tarli vengono comunemente eliminati iniettando un veleno nei fori e, una volta accertata la loro eliminazione, viene applica della cera per sigillare i fori stessi. Tuttavia questo intervento è dispendioso, espone il pubblico ad esalazioni nocive e spesso non è neppure risolutivo.

In questo caso invece l’iconostasi è stata trasportata presso il centro IRASM di Bucarest, dove è stata sottoposta al trattamento tramite una sorgente di cobalto-60 situata in una piscina sotto sei metri d’acqua. La sorgente gamma, una volta attivata, elimina gli insetti definitivamente in tempi brevissimi e con costi limitati rispetto ad altri interventi.

Icona lignea trattata presso il centro IRASM di Bucarest (foto Moldova National Museum Complex da IAEA).

La diffusione di questo metodo ha avuto molto impulso da parte della IAEA negli ultimi anni. Secondo Sunil Sabharwal, specialista della IAEA e curatore della prima pubblicazione omnicomprensiva sull’argomento, il problema principale è vincere la diffidenza dei professionisti del restauro verso le radiazioni. Diffidenza immotivata dal momento che l’irraggiamento non danneggia i manufatti, non li rende radioattivi ed è molto efficace.

Nel prossimo articolo della serie parleremo degli usi della tecnologia nucleare applicati alla sicurezza alimentare.

 

Fonti per approfondire:

https://www.iaea.org/newscenter/news/learn-about-our-past-new-publication-on-preserving-cultural-artefacts-using-ionizing-radiation

https://www.iaea.org/newscenter/news/iaea-impact-protecting-romanias-cultural-heritage-using-nuclear-technology

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