Implementare urgentemente azioni concrete verso la transizione energetica e verso il quasi totale abbandono del fossile, combinando le fonti energetiche a basso impatto nel modo più conveniente ed efficiente.
Da questa fondamentale premessa parte il convegno organizzato e promosso dall’Associazione italiana Nucleare per discutere insieme con personalità, enti, istituzioni, imprese come l’Italia possa contribuire in maniera rilevante agli ambiziosi obiettivi dell’Unione Europea per uno sviluppo sostenibile fissati dal Fit for 55, nonché agli impegni della COP26 che prevedono, in tempi brevi, un forte abbattimento delle emissioni di anidride carbonica.
Nello specifico, nella giornata di domani, martedì 5 dicembre a partire dalle ore 9 presso il Teatro Eliseo di Roma (via Nazionale 183) oltre che a fotografare la situazione internazionale ed europea riguardante i temi sempre più cruciali dell’energia e dell’ambiente, saranno illustrate posizioni e opinioni qualificate concernenti le iniziative e questioni nucleari.
Nonostante il lungo periodo di sostanziale disinteresse al tema nucleare conseguente al referendum del 2011, l’Italia non può tirarsi indietro: contribuire in maniera rilevante agli ambiziosi obiettivi dell’Unione Europea, che non può escludere il rilancio dell’energia nucleare, sia in termini di immediata partecipazione a programmi all’estero per nuove costruzioni ed estensione di vita degli impianti esistenti sia, in prospettiva, rendendo possibile la copertura di una significativa quota del fabbisogno energetico nazionale al 2050 con impianti di potenza sul territorio nazionale.
Non è un caso se lo stesso presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in occasione della 28esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ha sostenuto che in questo ambito bisogna avere “un approccio non ideologico ma pragmatico”. La premier ha assicurato, inoltre, di non avere “preclusioni”.
È bene ricordare che alla Cop28 è stata ribadita la necessità di triplicare la capacità energetica nucleare mondiale entro il 2050 per ridurre la dipendenza dal carbone e dal gas. Questa, secondo una ventina di paesi partecipanti alla Conferenza di Dubai tra cui Usa, Giappone e Francia, la ricetta per ridurre le emissioni di gas serra e combattere il surriscaldamento climatico.