Lo scorso 19 maggio in un’intervista a tutto campo rilasciata a Il Foglio il ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha espresso quella che potrebbe essere considerata un’apertura di principio allo sviluppo, e forse anche all’uso, di piccoli reattori modulari (SMR) in Italia.
In un intervista ad ampio spettro il ministro ha condannato un certo ambientalismo ideologico che punta al mantenimento dello status quo piuttosto che all’innovazione e alla protezione dell’ambiente.
Parlando degli Small Modular Reactors, reattori di piccola taglia (meno di 300 MW) che dovrebbero affacciarsi sul mercato entro la fine di questo decennio, Cingolani li ha definiti “un’opzione concreta” attualmente allo studio da parte di molti Paesi, aggiungendo che qualora l’Europa dovesse dare luce verde all’investimento in questa tipologia di reattori “anche l’Italia dovrebbe consderarli e aprire una discussione sui costi e sui benefici”.
Il Presidente di Associazione Italiana Nucleare, Umberto Minopoli, ha salutato con favore le dichiarazioni del ministro: “Si fa strada, finalmente, l’idea che essere ambiziosi sul taglio delle emissioni carbonifere al 2030 e al 2050, è una velleità se ai tagli non contribuisce la generazione di energia verde prodotta da nucleare”, ha dichiarato Minopoli, aggiungendo il suggerimento a sostenere industria ed enti di ricerca che investano in modelli di reattori avanzati di piccola taglia e auspicando che di nucleare si torni a parlare senza pregiudizi, demonizzazioni e senza la tanta disarmante disinformazione che circola.