IAEA e Ucraina collaborano per rafforzare il nucleare a 35 anni da Chernobyl
Il direttore generale della International Atomic Energy Agency Rafael Mariano Grossi ha visitato l’Ucraina il 26 e 27 aprile scorsi. Oggetto degli incontri con il Presidente ucraino Zelenskyy la commemorazione delle vittime dell’incidente al reattore 4 di Chernobyl e il riconoscimento del lavoro fatto dai tre Paesi coinvolti, in collaborazione con le istituzioni internazionali, per mettere in sicurezza il reattore affetto dall’incidente e per il decommissioning delle rimanenti 3 unità.
Nella stessa occasione è stata approvata la licenza ad operare presso il sito della centrale un deposito di stoccaggio a secco del combustibile esausto dei reattori 1, 2 e 3, che sarà trasferito nella nuova infrastruttura nel corso del prossimo decennio.
Il presidente Zelenskyy ha ribadito la centralità del nucleare (che oggi copre oltre la metà del fabbisogno elettrico) nella strategia energetica del Paese al 2035, nonché l’intenzione di sincronizzare la rete elettrica ucraina con quella dell’Unione Europea.
Il New Jersey estende per un ulteriore triennio il supporto alle proprie centrali nucleari
Sarà esteso per altri tre anni il supporto finanziario alle due centrali nucleari del New Jersey, sotto forma di Zero Emission Credits (ZEC), un meccanismo che remunera l’elettricità prodotta da fonti a basse emissioni di carbonio. Lo ha deciso il Board of Public Utilities dello Stato, che aveva già concesso lo steso beneficio per il 2020.
Lo Stato ha infatti incluso il nucleare nella propria strategia di raggiungimento della neutralità emissiva al 2050. Le centrali nucleari di Salem (due unità) e Hope Creek, operative dagli anni 70-80, hanno una capacità complessiva di 3640 MWe e hanno ottenuto l’estensione della licenza ad operare rispettivamente fino al 2036 (Salem 1), al 2040 (Salem 2) e al 2046 (Hope Creek).
Costi e tempi di costruzione di Hanhikivi rivisti al rialzo
Fennovoima, la compagnia finlandese principale proprietaria della futura centrale nucleare di Hanhikivi, ha rivisto al rialzo le stime dei costi e dei tempi di costruzione del progetto.
La data d’inizio dell’operatività commerciale è stata spostata al 2029 (dal 2028) ed il costo complessivo stimato in 7-7.5 miliardi di Euro (rispetto ai 6-5.5 miliardi stimati nel 2015, quando fu richiesta la licenza). Secondo l’azienda l’aumento dei costi è principalmente imputabile ai cinque anni di ritardo nel processo di concessione della licenza, e solo in parte minore a modifiche progettuali intervenute in corso d’opera. Il reattore progettato è di concezione russa (AES-2006 VVER) e costruito da Rusatom Overseas, controllata di Rosatom per l’export.
Altri tre reattori riavviati in Giappone
Il governatore della Prefettura di Fukui ha autorizzato il riavvio delle due unità operate dalla Kansai Electric Power Company (Takahama 1 e 2 e Mihama 3). I reattori di Takahama sono stati i primi reattori giapponesi ad ottenere l’estensione della licenza oltre i 40 anni, nel 2016, seguiti dal reattore Mihama 3. Da allora i reattori sono stati sottoposti a lavori di ammodernamento e di rinforzo delle strutture di contenimento in funzione antisismica. I reattori potranno così operare per altri 20 anni, a condizione di soddisfare periodici controlli di sicurezza.