Argentina – L’Argentina punta al raddoppio della propria capacità nucleare con l’aggiunta di un nuovo reattore di fabbricazione cinese (Hualong One) al sito nucleare di Atucha e la costruzione di un nuovo Candu in un sito che deve ancora essere scelto, in collaborazione con il Canada. La costruzione del reattore Hualong One potrebbe cominciare già nel 2022, secondo quanto riferito da José Luis Antúnez, a capo della utility Nucleoeléctrica Argentina SA (NA-SA).
Attualmente il Paese sudamericano vanta tre reattori nucleari PHWR per una capacità complessiva di 1641 MWe.
Slovacchia – Il Ministero dell’Economia di Bratislava prevede che l’unità 3 della centrale di Mochovce sarà connessa alla rete entro l’anno, mentre l’unità 4 seguirà nel 2023. L’entrata in produzione dell’unità 3 dovrebbe trasformare la Slovacchia da importatore a esportatore netto di elettricità, per una quota stimabile nel 9% al 2022. Le due nuove unità aggiungeranno 942 MWe di capacità ai 1903 MWe attuali.
Ucraina – Lo smantellamento del Chernobyl Shelter Object, il vecchio “sarcofago” che ricopre l’unità interessata dal disastro del 1986 può finalmente prendere il via, con l’emissione della licenza per il trattamento e lo stoccaggio di rifiuti radioattivi nel sito della centrale. L’unità 4 della centrale di Chernobyl era già stata ricoperta nel 2016 dal New Safe Confinement, il nuovo sarcofago che include al suo interno gli strumenti per iniziare il decommissioning.
Si tratta dell’inizio di un’impresa senza precedenti e irta di ostacoli, che prevede la demolizione e la rimozione del vecchio sarcofago e poi delle strutture originali del reattore. Tuttavia, i rischi ambientali per l’esterno sono scongiurati dall’installazione del nuovo sarcofago, entro il quale si svolgeranno tutte le operazioni, evitando fuoriuscita di polveri radioattive all’esterno.
Belgio – Horizon 238, organizzazione belga che raggruppa giovani ingegneri, ha indirizzato una lettera aperta al primo ministro Alexander De Croo per stigmatizzare gli effetti negativi della decisione di abbandonare il nucleare, chiedendo una rivalutazione della stessa. Nella missiva si evidenzia come la chiusura dei reattori, prevista per il 2025, inciderebbe negativamente sugli sforzi di riduzione delle emissioni e sulla sicurezza energetica del Paese, sacrificando 60 anni di esperienza acquisiti nel settore nucleare e con essi innumerevoli posti di lavoro e precludendo al Belgio gli sviluppi futuri che questa tecnologia ha ancora da offrire.