L’Italia diventa membro effettivo dell’Alleanza Nucleare UE

L’Italia ha ufficialmente aderito, dopo due anni come “membro osservatore”, all’Alleanza UE sul Nucleare. L’Italia si è unita al fronte sempre più nutrito e ormai consolidato di cui fanno parte, oltre a Parigi, anche Belgio, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Finlandia, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svezia (Estonia per ora osservatore). L’adesione dell’ Italia è stata confermata dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin e questo permetterà al nostro Paese di partecipare attivamente ai vari tavoli all’interno dell’Unione Europea, accedendo più facilmente ai finanziamenti UE destinati ai progetti nucleari e accelerando lo sviluppo dei mini-reattori nucleari modulari (SMR), per la produzione di energia nucleare di ultima generazione.

Sull’argomento si è espresso anche il Presidente di AIN Stefano Monti ai microfoni del Corriere della Sera:

Che cosa significa aderire all’alleanza?
«Per l’Italia – spiega Stefano Monti, presidente dell’Associazione Italiana Nucleare e della European Nuclear Society – significa far parte del gruppo dei Paesi della Ue che esplicitamente supportano e promuovono politiche pro-nucleare per usi pacifici. L’alleanza è a livello ministeriale e quindi esprime posizioni ufficiali dei governi che vi hanno aderito sotto la guida della Francia. Implicitamente il nostro Paese si avvia ad avere un programma nucleare non solo per la ricerca e sperimentazione ma anche per lo sviluppo industriale».

Che cosa cambia a livello europeo?
«L’ingresso dell’Italia – commenta Stefano Monti – sposta gli equilibri in Europa perché ora i Paesi che fanno parte dell’alleanza nucleare dei governi sono diventati 13 su 27. Ci sarà ancora più pressione sulla Commissione europea ad adottare decisioni favorevoli alla realizzazione di nuovi impianti nucleari nella Ue e ad estendere al nucleare i vari strumenti finanziari già utilizzati per la transizione energetica quali i finanziamenti della Bei e dell’Innovation fund, gli Ipcei».

Che cosa ha fatto finora l’alleanza?
«L’alleanza – spiega ancora Monti – ha già pubblicato e inviato alla commissione europea diversi comunicati. Si tratta di dichiarazioni ufficiali dei governi che aderiscono all’alleanza. Quindi la Commissione europea è tenuta a tenerne conto perché sono posizioni politiche dei governi della Ue. La stessa alleanza ha anche aderito a importanti dichiarazioni a livello internazionale come quella relativa alla triplicazione della potenza nucleare in occasione di COP28 e 29».

Quali saranno i prossimi passi dell’alleanza?
«I prossimi mesi – conclude Monti – saranno molto importanti per sostanziare la volontà politica europea di sostenere la competitività e la decarbonizzazione dell’Unione. Per esempio, si dovrà dare seguito in maniera operativa al Clean Industrial Deal e ai Pniec (piani nazionali su energia e clima, ndr) dei vari Paesi. Avere una alleanza nucleare politicamente sempre più ampia e più forte consentirà di includere sistematicamente il nucleare in questi strumenti. Specificamente per il nucleare c’è grande attesa per il cosiddetto “Pinc”, ovvero il Nuclear Illustrative Program, che rappresenta il documento della Commissione che definisce la strategia dell’unione sul nucleare attuale e futuro. Il Pinc dovrà anche indicare gli strumenti finanziari necessari».