INTERVISTA AL PROF. MARCO ENRICO RICOTTI
SULLA JOINT RESEARCH PARTNERSHIP (JRP) SUL NUCLEARE.
- Prof. Ricotti, ci spiega in sintesi questa nuova iniziativa POLIMI, Fondazione POLIMI, AIN denominata Joint Research Partnership (JRP) sul nucleare? Quali sono gli obiettivi e le principali attività?
L'iniziativa parte da lontano, a valle di un periodo di collaborazione e confronto con i fondatori (Ansaldo Nucleare, Edison, ENEL, ENI) e con il presidente di AIN, iniziato oltre un paio di anni fa. Dopo diverse iniziative sul tema nucleare e a fronte di un quadro nazionale ed europeo trasformato e oggi particolarmente stimolante, insieme ad AIN si è pensato di proporre una iniziativa espressamente dedicata agli stakeholder industriali. La mission è quella di supportare gli interessi e le esigenze del comparto industriale nucleare nazionale e, più in generale, degli stakeholder pubblici e privati, promuovendo la collaborazione tra i diversi ambiti dell'ecosistema nucleare.
I partner che abbiamo coinvolto appartengono a quattro "famiglie": le utilities, le aziende della supply chain, gli end-users energivori e gli investitori. Ad essi si aggiungono, con funzione di advisor, le istituzioni (MASE, Regione Lombardia), operatori-chiave del settore energetico (GSE) e associazioni (ANIMP).
Vogliamo fornire un contributo affrontando le sfide attuali e future, indicate dai partner, attraverso studi e ricerche, position paper e policy brief, eventi e iniziative di interesse industriale con impatto sulle policy nazionali.
- l’iniziativa ha fra i promotori l’Associazione Italiana Nucleare il cui presidente presiede l’Advisory Board della JRP. Lei che è sia il presidente della JRP sia membro dell’Ufficio di Presidenza di AIN può spiegarci il razionale ed il significato di questo rilevante coinvolgimento di AIN nell’iniziativa?
AIN rappresenta la comunità nucleare italiana, il suo ruolo di co-proponente della JRP è naturale: impossibile proporre qualcosa nel settore nucleare senza AIN, se si vuole che l'iniziativa sia efficace... Certo in AIN non vi sono solo le industrie, ma rappresentano una parte rilevante. L'associazione è in grado di portare al tavolo di discussione della JRP le proprie valutazioni, le esigenze delle aziende che la compongono, così come i suggerimenti e le proposte che possono emergere dai soci che appartengono ad altri ambiti. Oltre a presiedere l'Advisory Board della JRP, il presidente di AIN parteciperà alle riunioni dello Steering Committee, quindi avrà modo di collaborare a indirizzare le attività della partnership.
Di converso, attraverso la partecipazione alla JRP, AIN potrà sfruttare le competenze tecnico-scientifiche che sono disponibili nei vari dipartimenti del Politecnico di Milano, a partire da quello di Energia, dove è collocata la divisione nucleare, e quello di Ingegneria Gestionale, partner nell'ideazione dell'iniziativa e già da tempo coinvolto su tematiche di project management nucleare. Ma potrà sfruttare anche le capacità organizzative dei professionisti della Fondazione POLIMI, già esperti nella collaborazione con aziende e istituzioni, per accedere a una forza realizzativa che, per struttura, AIN non può assicurare.
La sinergia si prospetta molto interessante.
- L’iniziativa sembra avere largo respiro e se ben capiamo i lavori della JRP si estenderanno su un arco temporale pluriennale-annuale. Può però darci qualche anticipazione su quanto la JRP nucleare intende produrre nel suo primo anno di attività?
Con il presidente Monti abbiamo concluso i primi incontri dello Steering Committee e dell'Advisory Board della JRP, individuando i primi temi "caldi" sui quali concentrare le attività del primo anno:
-la governance e il financing dei progetti nucleari: i modelli di governance plausibili per il deployment di SMR/AMR in Italia, le politiche energetiche nazionali a supporto, i business cases alternativi per SMR/AMR in cogenerazione, gli strumenti e i modelli di finanziamento per il nucleare italiano
-gli scenari energetici nazionali con il nucleare: per rispondere sia agli obbligi di decarbonizzazione sia alle necessità di sicurezza strategica e di impatto socio-economico-industriale, valutando non solo il sistema elettrico ma anche il ruolo di SMR/AMR sul versante termico-cogenerativo (teleriscaldamento, idrogeno, desalazione) e sui distretti industriali, con l'obiettivo di indagare i parametri di opportunità della tecnologia nucleare e l'impatto sui costi di sistema
-il fuel & fuel cycle degli SMR/AMR: per fornire evidenze di natura tecnica, economica e strategica sulla opportunità di scelte nazionali sul versante combustibile, che siano integrate in un quadro europeo/internazionale, valorizzando la sinergia tra le tecnologie SMR e AMR, identificando le necessità di specifiche soluzioni tecniche, di competenza e di partnership.
Per la loro complessità, i primi due temi non si esauriranno nel primo anno ma proseguiranno anche in quelli successivi. Tutti e tre origineranno dei report, parte dei quali verrà condivisa sotto forma di policy brief in un evento pubblico nazionale nel marzo 2026, mentre la gran parte delle analisi e dei risultati sarà a disposizione esclusiva dei partner della JRP.
Per i partner abbiamo pensato anche ad iniziative di "academy": workshop, seminari e visite a facility nucleari da svolgere durante l'anno. Uno dei primi eventi sarà dedicato alle "lessons learnt" dalla recente realizzazione di centrali nucleari in Europa (Olkiluoto, Flamanville, Hinkley Point, Mochovce, Cernavoda). A luglio poi organizzeremo un workshop internazionale, ospitato nella sede di Lecco, dedicato a varie tematiche relative agli SMR/AMR: dalla modellistica al licensing, dalle applicazioni non-energetiche alla formazione delle risorse umane.
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Riportiamo un interessante articolo pubblicato dalla Sfen –Société française d’énergie nucléaire – in merito al blackout verificatosi nella penisola iberica il 28 aprile.
Blackout in Spagna: cosa sarebbe successo con il nucleare francese?
Il 28 aprile, una brusca caduta della produzione elettrica in Spagna ha provocato un blackout massiccio e la disconnessione dalla rete europea. I quattro reattori nucleari spagnoli allora in funzione si sono arrestati automaticamente e sono stati messi in sicurezza. Un evento simile, se si fosse verificato in Francia, avrebbe avuto conseguenze diverse per il parco nucleare: le unità sarebbero state "isolate" dalla rete elettrica e mantenute in funzione a regime molto basso, garantendo così un rapido ripristino sulla rete.
Lunedì 28 aprile alle 12:38
La penisola iberica ha subito un blackout massiccio che ha quasi fermato l'intera Spagna. Sebbene la causa precisa non sia ancora nota, il Réseau de Transport d’Électricité (RTE) ha precisato che "la Spagna ha subito una perdita di produzione di 15 GW in pochi secondi (...). Allo stesso tempo, la penisola iberica si è disconnessa dalla rete europea". Ci sono volute diverse ore per riavviare i servizi del paese, inizialmente grazie alle interconnessioni con la Francia e il Marocco, poi con il riavvio delle installazioni termiche e idrauliche sul territorio.
La Spagna è dotata di sette reattori nucleari, di cui quattro erano in funzione al momento dell'incidente: Almaraz II, Ascó I e II, Vandellós II. Conformemente alla loro progettazione e a causa della perdita di alimentazione elettrica esterna, si sono arrestati automaticamente. I generatori diesel di emergenza si sono attivati per alimentare i sistemi necessari al raffreddamento dei reattori, inclusi quelli già fermi.
La messa in sicurezza dei reattori nucleari spagnoli è stata confermata dal Direttore Generale dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA), su X: "L'AIEA ha confermato con l'autorità di regolamentazione nucleare spagnola CSN (Consejo de Seguridad Nuclear) che la situazione è stabile e sotto controllo, senza impatto sulla sicurezza o sulla protezione nucleare. Alcune centrali nucleari utilizzano un'alimentazione elettrica di riserva fuori sito e stanno ripristinando gradualmente l'alimentazione esterna." I reattori hanno potuto recuperare la loro alimentazione elettrica a partire da lunedì alle 16:30, permettendo di iniziare il loro riavvio, un'operazione che richiederà diversi giorni.
Isolamento invece di arresto automatico
Se un evento simile dovesse colpire la Francia, la reazione del parco nucleare francese sarebbe sensibilmente diversa. In caso di disconnessione dalla rete elettrica, i reattori non si sarebbero arrestati, ma "isolati". In caso di isolamento, un reattore si pone in una situazione di ripiegamento senza arrestare la sua reazione nucleare.
Nella Revue Générale Nucléaire (RGN 2023 n°3), Paolo Olita, ingegnere di studio al CEA Iresne, spiega: "Un isolamento consiste nella disconnessione del gruppo dalla rete elettrica aprendo l'interruttore di linea che collega il gruppo turbo-alternatore alla rete. L'alimentazione elettrica delle pompe primarie e degli altri ausiliari è quindi assicurata direttamente dall'alternatore del gruppo, e non più dalla rete. Il gruppo autoalimentato e separato dalla rete forma così un'isola elettrica."
Un caso concreto nel 2023 e test regolari
Non si tratta di un caso teorico. La situazione si era verificata in Francia nel 2023. Durante la tempesta Ciaran a novembre, le infrastrutture di trasporto elettrico del dipartimento della Manica sono state danneggiate. Ciò ha portato alla disconnessione dalla rete dei due reattori della centrale di Flamanville. Cédric Lewandowski, direttore del Parco nucleare e termico di EDF, scriveva allora: "I reattori hanno diminuito la loro potenza, si sono isolati, garantendo così in autonomia l'alimentazione elettrica dei loro sistemi ausiliari, e hanno quindi potuto continuare a funzionare in tutta sicurezza."
L'interesse di isolare i reattori, come avviene in Francia, piuttosto che disconnetterli completamente dalla rete, è duplice:
- Evitare il ricorso ai generatori diesel di emergenza,
- Permettere un rapido ritorno della produzione sulla rete quando le condizioni normali di esercizio sono ripristinate.
L'isolamento resta comunque un'operazione delicata, poiché la potenza del nucleo viene rapidamente abbassata, dell'ordine del 30% del suo valore nominale. Parte di questa potenza permette di alimentare la turbina per una potenza di circa 40 MWe, il resto del vapore bypassando la turbina per essere inviato verso il condensatore. Paolo Olita precisa: "L'esperienza accumulata nel tempo e il costante miglioramento del controllo-comando dei gruppi nucleari del parco hanno portato all'aumento del tasso di successo dell'isolamento nel corso degli anni". Secondo i dati di EDF, il tasso di successo raggiunge il 90% negli ultimi dieci anni. Ciò che, al di là del successo tecnico, è essenziale poiché RTE richiede un tasso di successo superiore al 60% per poter iniziare a ricostruire la rete dopo un incidente di rete generalizzato.
EDF testa l'isolamento dei reattori ogni quattro o cinque anni, secondo un requisito contrattuale con RTE. L'azienda ha pubblicato il 28 aprile un comunicato che riferisce di due isolamenti programmati realizzati a marzo scorso nella centrale di Gravelines. EDF vi indica: "Questi test permettono di verificare la capacità della centrale di rinviare tensione verso la rete o installazioni remote in configurazione specifica. In caso di guasto della rete (blackout), la centrale può dimostrare la sua capacità di rialimentare progressivamente la rete elettrica e di mettere in sicurezza le sue installazioni."
Un contesto tecnologico ed energetico diverso in Spagna
In Spagna, i reattori sono di tecnologia Westinghouse, diversa da quella utilizzata in Francia. Non possono scendere al di sotto del 40% della loro potenza nominale, il che rende l'isolamento tecnicamente impossibile. Inoltre, la quota del nucleare nel mix elettrico spagnolo, sebbene importante, è solo del 20%, contro circa il 70% in Francia. Ciò rende il bisogno di rapido ritorno dei reattori sulla rete meno vitale in Spagna rispetto alla Francia.
Anche se la centrale di Golfech è stata colpita da questa instabilità, gli esperti della Sfen sottolineano che l'ondata di variazione di frequenza proveniente dalla Spagna si è infranta sulla rete europea, e prima di tutto su quella francese, dove l'inerzia dei gruppi rotanti nucleari ha attenuato questo fenomeno, evitando un effetto domino.
Per ulteriori dettagli, l'articolo originale è reperibile sul sito della Sfen: https://www.sfen.org/rgn/decryptage-blackout-en-espagne-que-se-serait-il-passe-en-france/.
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Visita ad ATB Riva Calzoni
Azienda storica Bresciana, ATB Riva Calzoni si posiziona a livello internazionale tra i principali costruttori di componenti per centrali nucleari, dimostrando l’elevato grado di riconoscimento dell’eccellenza italiana anche in questo settore.
L’azienda nasce nell’anno 1981 dalla fusione tra due storiche società italiane, l’Acciaieria e Tubificio di Brescia e la Riva Calzoni Impianti di Bologna, che, sin dalle loro origini, tra la metà del 1800 ed i primi anni del secolo scorso, hanno contribuito alla realizzazione di grandi progetti di generazione di energia.
Nel corso degli anni, ATB Riva Calzoni è cresciuta, ora parte del gruppo ATB Group SpA che conta circa 1200 dipendenti ed opera nel settore delle opere civili e nel settore energetico del petrolchimico, idroelettrico, eolico e nucleare su tre siti produttivi: la sede di Roncadelle in provincia di Brescia, un sito situato a Porto Marghera ed uno in Colombia.
Il 14 aprile 2025, Stefano Monti e Francesca Carobene hanno avuto l’onore di visitare la sede di Roncadelle e di porre alcune domande a Federico Maggioni, Direttore dello Sviluppo di Business Nucleare dell’azienda. Riportiamo qui l’intervista.
ATB Riva Calzoni ricopre da più di 150 d’anni un ruolo fondamentale nella produzione e fornitura di componentistica per il settore elettrico. Puoi raccontarci per quali mercati operate e che tipo di clienti usufruiscono dei vostri prodotti?
Nel corso degli ultimi 60 anni abbiamo prodotto più di 800 reattori e separatori Heavy Wall per il settore Oil&Gas, che ci hanno permesso di accumulare una grande esperienza da trasferire nella fabbricazione dei componenti per impieghi nucleare.
Nel settore del nucleare, appunto, stiamo accumulando più di 12 anni di esperienza, prestando particolare attenzione allo sviluppo della Cultura di Sicurezza Nucleare in azienda, alle competenze professionali ed al Sistema Qualità.
Cosa vi ha convinto ad entrare nella filiera nucleare e che tipo di componenti producete per questo settore?
L’esperienza ATB nel mondo Oil&Gas è stato un ottimo punto di partenza. Con l’intento di diversificare il business tradizionale, abbiamo costituito nel 2012 la Divisione Nucleare ed avviato una solida collaborazione con un importante partner francese nell’ambito del “Fuel Management”.
Oggi ATB ricopre un ruolo chiave nella fabbricazione di casks di ultima generazione per il trasporto e lo stoccaggio di combustibile nucleare irraggiato.
I casks non sono però il solo prodotto di ATB, anche nell’ambito della Fusione nucleare è stato di recente fornito un importante componente per un impianto pilota in USA, 70 tonnellate, totalmente realizzato in acciaio inossidabile.
Chiaramente ATB ha le capacità e la struttura per potere fabbricare i componenti primari per gli impianti nucleari quali: pressure vessels, containment vessel, strutture primarie e tanks, così come, nell’ambito della Fusione Nucleare: Vacuum vessel e criostati.
Inoltre, possiamo fornire servizi di controlli radiografici di componenti per utilizzo nucleare, da eseguire nel bunker con l’ausilio di un acceleratore lineare, studi ingegneristici ed analisi di fattibilità, nonché la formatura di fondi, in un solo pezzo oppure in settori.
Di recente stiamo ampliando il nostro portfolio rivolgendoci al mondo degli Small Modular Reactors e delle applicazioni per la fusione nucleare.
Possiamo dire che ATB oggi è un leader di riferimento per la fornitura di componentistica nucleare e che lavoriamo per alcuni tra i più importanti Gruppi di Ingegneria Nucleare mondiali.
Lavorare per la filiera del nucleare non dev’essere facile, vista la mole di requisiti di qualità e sicurezza che i componenti devono dimostrare. Come affrontate i rigorosi standard di sicurezza richiesti nel settore nucleare?
Abbiamo lavorato molto nell’ambito della formazione e della qualità. Sicuramente ogni cliente ed ogni contratto hanno i propri codici di riferimento ed i propri requisiti peculiari.
ATB ha uno staff con una profonda conoscenza delle normative internazionali e con la capacità di interpretarle ed applicarle ai processi di fabbricazione.
Nel 2023 durante la COP28 tenutasi a Dubai una ventina di Paesi tra cui Stati Uniti, Francia ed Emirati Arabi Uniti hanno chiesto in una dichiarazione congiunta di triplicare le capacità energetiche nucleari nel mondo entro il 2050 per ridurre la dipendenza dal carbone e dal gas. Come si prospetta il futuro dell’azienda e quali sono le sfide più grandi che vedete nei prossimi 5-10 anni?
Sicuramente è una sfida interessante, in particolare la realizzazione degli SMR richiede un approccio differente rispetto alla fabbricazione degli impianti tradizionali (AP1000, EPR) in quanto l’obbiettivo sarà quello di massimizzare le attività in fabbrica e minimizzare quelle al sito. Questo approccio richiederà un aggiornamento della supply chain con investimenti importanti da valutare anche in base alla tipologia del SMR che andremo a realizzare.
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GraphiCore: L’innovazione italiana per la gestione della grafite irradiata
La startup italiana GraphiCore promette grandi speranze nella gestione della grafite irradiata dei reattori nucleari. Nata da un progetto di tesi del Dr. Riccardo Chebac, vincitore del concorso italiano PhD Nuclear Talent Award 2025 che premia le migliori tesi di dottorato italiane dell’anno in corso, GraphiCore sembra destinata ad inserirsi nei difficoltosi processi del decommissioning apportando innovazione e una migliore sicurezza.
Abbiamo dunque colto l’occasione per farci raccontare da Riccardo qualcosa di più sulla startup: riportiamo qui l’intervista.
Riccardo, puoi raccontarci com'è nata l'idea di GraphiCore? Chi sono le persone coinvolte nel progetto e quali sono i vostri principali obiettivi?
GraphiCore nasce da un’intuizione sviluppata durante il mio dottorato al Politecnico di Milano, all’interno del progetto europeo Horizon2020 Inno4Graph, dedicato al decommissioning dei reattori nucleari moderati a grafite. La gestione della grafite a fine vita è una tematica generalmente poco affrontata a livello globale che oggi impiega tecnologie lente, costose e spesso inadatte ai vincoli radiologici: serve una soluzione più veloce, sicura e intelligente.
Grazie ad un team di ingegneri nucleari con competenze in radioprotezione, robotica, simulazione Monte Carlo e prototipazione, GraphiCore ha brevettato un end-effector capace di rimuovere blocchi di grafite anche deformati o incastrati. Oggi la nostra tecnologia ha raggiunto il TRL 7 e puntiamo al TRL 9 entro 18 mesi: in vista dell’industrializzazione, stiamo procedendo con test in condizioni sempre più realistiche e Proof-of-Concepts con operatori del settore.
Il nostro obiettivo è rendere il decommissioning più sicuro, rapido ed economico, sbloccando un processo spesso paralizzato. Partiamo dall’Italia, ma con una visione globale.
Chi ritenete vostri potenziali clienti e con quali realtà siete attualmente in contatto per l’applicazione della vostra tecnologia?
I nostri clienti target sono le aziende pubbliche e private coinvolte nel decommissioning nucleare, come SOGIN in Italia, EDF in Francia, NDA nel Regno Unito, Ignalina in Lituania, Westinghouse, e vari operatori in Giappone e Stati Uniti. Includiamo tra i potenziali utilizzatori anche gli operatori di reattori di IV generazione moderati a grafite, in particolare HTGR e MSR, che richiederanno in futuro soluzioni avanzate per la gestione della grafite attivata.
Attualmente siamo in contatto diretto con alcuni di questi player per una possibile dimostrazione della nostra tecnologia presso impianti nucleari in shutdown, e con altri partner internazionali per collaborazioni future. Inoltre, stiamo esplorando potenziali applicazioni industriali della nostra tecnologia anche al di fuori del settore nucleare, ad esempio nel trattamento di materiali ad alta temperatura.
Quali sono le principali sfide di una startup in Italia volta al settore del nucleare?
Le principali difficoltà per una startup deep-tech in Italia, soprattutto nel nucleare, riguardano l’accesso a capitale paziente, la lentezza burocratica e una cultura del rischio ancora poco sviluppata. Trovare investitori disposti a sostenere progetti complessi e a lungo termine è raro, specie in un settore regolamentato come quello nucleare.
La burocrazia rende difficile collaborare con enti pubblici o portare tecnologie sul campo, richiedendo competenze legali e amministrative che vanno oltre il core tecnico. In più, l’innovazione soffre di un approccio culturale che tende a evitare l’errore invece di accettarlo come parte del processo.
Eppure, in questo contesto abbiamo trovato eccellenze, mentori e figure istituzionali lungimiranti. Con una rete solida, una visione chiara e molta tenacia, è possibile fare innovazione anche da qui — soprattutto se si ha il coraggio di sfidare l’approccio dominante.
Per concludere, c’è un messaggio che vorresti condividere con chi ci legge, magari rivolto a chi sta intraprendendo un percorso simile al tuo?
GraphiCore, speriamo, sarà solo l’inizio. Non solo una soluzione concreta per il decommissioning della grafite, ma un esempio di come si possa fare innovazione industriale partendo da un’idea, una tesi e un piccolo team convinto che il cambiamento sia possibile.
Il nostro sogno è quello di contribuire in modo più ampio alla filiera nucleare europea e internazionale, rendendo il ciclo di vita del nucleare più sicuro, efficiente e sostenibile. A guidarci è la nostra missione: risolvere problemi reali, con serietà, trasparenza e passione.
Cerchiamo partner tecnici, industriali e istituzionali che vogliano condividere questo percorso. Nessuna startup innova da sola: servono alleanze, fiducia e il coraggio di investire insieme in qualcosa di più grande.
A chi legge, il messaggio è semplice: provateci. In un settore complesso come il nucleare, può sembrare folle. Ma oggi più che mai servono persone disposte a rischiare, agire, costruire. Noi lo abbiamo fatto. E forse, con un po’ di incoscienza e molta determinazione, possiamo davvero cambiare qualcosa.
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CCM#1: Incontro a Bruxelles con le YG europee
Innanzitutto, che cos’è una CCM? L’acronimo CCM sta per “Core Committee Meeting”, ovvero incontri periodici delle Young Generations europee nel settore nucleare. Questi ritrovi si tengono tre volte l’anno, ogni volta in un paese diverso dell’unione Europea, con il supporto dell’European Nuclear Society – Young generations (ENS-YGN). Ogni nazione è invitata a prendervi parte con un paio di rappresentanti, offrendo così un’opportunità preziosa di scambio e collaborazione europea.
Le CCM si svolgono generalmente nell’arco di due giornate: la prima è dedicata ad una visita tecnica presso un sito di rilievo del Paese ospitante, mentre la seconda è riservata alla riunione plenaria vera e propria. Durante questi incontri, ogni delegazione fornisce un aggiornamento sullo stato del nucleare nel proprio Paese, condividendo le attività e i progetti in corso delle rispettive Young Generations.
Lo scorso marzo, Bruxelles ha ospitato la prima CCM del 2025. L’evento è stato organizzato con grande cura dalla Belgian Nuclear Society – Young Generation (BNS-YG), che ha dimostrato un’ottima capacità organizzativa. La visita tecnica si è svolta presso il centro di ricerca SCK-CEN, dove i partecipanti hanno potuto esplorare i laboratori, osservare i mock-ups sperimentali del progetto MYRRHA e conoscere più da vicino le attività del centro legate alla medicina nucleare.
La riunione si è tenuta presso la University Foundation, un centro culturale a supporto dell’educazione e della ricerca scientifica, nonché sede ufficiale dell’ENS. Oltre agli aggiornamenti presentati da ciascun Paese, l’incontro ha visto anche un workshop sul tema dell’engagement associativo e gli interventi di rappresentanti dell’ENS High Scientific Council (HSC) e dell’United Nations – Nuclear Young Generation (UN-NYG).
Le CCM non sono solo occasioni di aggiornamento professionale e confronto tra associazioni: sono anche un’opportunità per conoscere nuove culture. Ogni edizione include infatti una cena ufficiale per assaporare la cucina tradizionale locale e si conclude con un tour culturale alla scoperta della città ospitante.
E chissà… magari presto sarà proprio l’Italia a ospitare una CCM, per raccontare la nostra visione del nucleare e mostrare le nostre gemme ai colleghi europei.
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Stefano Riva riceve l'ENEN PhD Award 2025
La INYG si congratula con Stefano Riva per aver ricevuto l’ENEN PhD Award, prestigioso riconoscimento assegnato dalla European Nuclear Education Network (ENEN) ai migliori giovani ricercatori nel campo delle scienze e tecnologie nucleari.
Il premio è stato conferito durante l’ENEN PhD Event 2025, tenutosi dal 12 al 16 maggio a Varsavia, nell’ambito della conferenza FISA-EURADWASTE.
L’evento ha visto la partecipazione di 18 finalisti provenienti da istituzioni europee, selezionati per presentare i propri lavori di ricerca a una giuria internazionale composta da esperti del settore.
La ricerca presentata da Stefano Riva si è focalizzata sull’utilizzo di tecniche data-driven per stimare lo stato di un reattore nucleare (ad esempio, temperature, flusso neutronico, velocità dei fluidi), combinando misure locali e modelli matematici.
Le tecniche impiegate si inseriscono nell’ambito della modellistica ridotta (ROM) e del Machine Learning, inclusi modelli basati su reti neurali profonde.
Il lavoro è stato applicato principalmente a reattori a sali fusi, ma ha incluso anche simulazioni sul reattore TRIGA e su un apparato sperimentale presente presso il Politecnico di Torino.
Il lavoro di Riva si è distinto per l’eccellenza scientifica e l’originalità, contribuendo significativamente all’avanzamento delle conoscenze nel campo nucleare ed il suo successo è motivo di orgoglio per l’Italia testimoniando l’eccellenza della formazione e della ricerca nelle nostre università.
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CCM#2: Rinnovo del Board ENS-YGN e ENYGF2025 a Zagabria, Croazia
Tra fine Maggio ed inizio Giugno a Zagabria, Croazia, si è svolto il secondo Core Committe Meeting (CCM) di quest’anno, subito seguito dall’European Nuclear Young Generation Forum 2025 (ENYGF2025). Entrambi organizzati dalla Croatian Nuclear Society – Young Generation Network (CNS-YGN), gli eventi sono stati ricchi di attività e novità:
Venerdì 30 si è tenuta la consueta visita tecnica associata al CCM, stavolta all’impianto idroelettrico di Lešće: costruito nel 2011, fornisce una potenza elettrica totale di 42 MW. I partecipanti hanno potuto visitare sia la diga che l’edificio macchine, all’interno del quale si trovano tutte le apparecchiature necessarie al suo funzionamento.
Sabato 31 ha avuto luogo il CCM presso la Facoltà di Ingegneria Meccanica e Architettura Navale dell’Università di Zagabria. Qui il Core Committee, composto dalle delegate e delegati dei YGN nazionali, ha votato per diverse questioni, tra cui il rinnovo del direttivo (Board) della European Nuclear Society – Young Generation Network (ENS- YGN), eleggendo Carlos Vázquez-Rodríguez (JJNN) come nuovo Presidente (Chair), Raul Tacanho Marques (SFEN-JG) come suo vice e Javier Pelegrina (JJNN) come componente del direttivo.
Il Core Committe ha poi votato per stabilire chi ospiterà la prossima edizione dell’ENYGF... ed è stata selezionata proprio l’Italia! Perciò annuncio con piacere che l’ENYGF2027 si terrà nella capitale del Bel Paese, Roma! Seguiranno aggiornamenti al riguardo, per cui “stay tuned”!
Dal 2 al 6 Giugno invece si è tenuto l’ENYGF2025, sempre a Zagabria: evento tematico con seminari, presentazioni e laboratori, organizzato ogni 2 anni in un diverso paese europeo dal rispettivo YGN. Questa edizione ha contato più di 200 partecipanti tra studenti, ricercatori e professionisti da tutta Europa che hanno avuto modo di conoscersi e confrontarsi, nelle pause tra le sessioni oppure durante le attività ricreative del tardo pomeriggio in giro per la città. Altro importante avvenimento è stata la fase europea del concorso Innovation for Nuclear (I4N), dove la squadra BeNEdICTE, già vincitrice dell’edizione italiana, si è aggiudicata il primo posto tra le undici in gara! Congratulazioni ai nostri che, ancora una volta, dimostrano l’eccellenza della preparazione italiana.
Il Forum si è concluso venerdì 6, con un ventaglio di visite tecniche a scelta dei partecipanti: noi abbiamo trovato irresistibile l’opportunità di visitare l’impianto nucleare di Krško, situato in Slovenia ma co-gestito assieme alla Croazia. Abbiamo visitato sia gli esterni che gli interni dell’impianto, con particolare riguardo verso il locale turbine e la sala di controllo, dalla quale si gestisce anche il PWR di Westinghouse che genera più di 700 MW di potenza elettrica.
Questo è quanto dalla scorsa CCM; se avete letto fin qui, oltre a ringraziarvi, vi invito a seguirci sui nostri social (Instagram, LinkedIn) e a prendere parte attiva alla vita associativa, soprattutto se siete giovani!
Dal vostro Referente Eventi Esteri è tutto, alla prossima!
- Luigi Francesco Trantino
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INYG: il futuro dell'energia nucleare è nelle mani dei giovani.
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Il gruppo giovani di AIN (INYG) riunisce studenti e professionisti under 40 del settore nucleare italiano, e ha come obiettivo quello di offrire ai propri soci opportunità di crescita professionale e personale, nonché di creare occasioni di networking con altri esperti del settore.
Diverse iniziative entusiasmanti sono in programma per il 2025: un nuovo ciclo di webinars con professionisti del settore energetico/nucleare italiano, diverse conferenze internazionali sotto l'egida dell'ENS-YGN e l'organizzazione del prossimo European Nuclear Young Generation Forum 2027 (ENYGF27) sono solo alcuni tra gli esempi da menzionare.
Invitiamo i soci della INYG ad aderire al gruppo Whatsapp (link sotto) e a considerare un coinvolgimento attivo nelle attività associative. Puoi contribuire alla Young Generation in molti modi, tra cui:
- Aiutare a scrivere post o articoli
- Contribuire all'organizzazione o gestione di eventi e seminari
- Creare ponti tra il mondo accademico, le aziende e l'associazione
- Rappresentare la INYG agli eventi oltreconfine, organizzati dalle altre YG
- Aiutare nella gestione del sito web e dei social network
Ci stiamo inoltre attivando per l'organizzazione del prossimo European Nuclear Young Generation Forum che si terrà a Roma nel 2027 (ENYGF27), evento che vedrà una partecipazione di 300-500 persone provenienti da tutta Europa ed oltre.
Avendo bisogno di un grande contributo per organizzare con successo l'ENYGF27 e tutte le ambiziose attività in programma, ti invitiamo a contattarci se hai voglia di contribuire attivamente alle attività del gruppo giovani!
Insieme, possiamo costruire un futuro energetico più sostenibile e sicuro per il nostro Paese e le future generazioni.
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Lungotevere Thaon di Revel n. 76
00196 Roma (RM)
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